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Europa, Moscovici contro Salvini: si riaccende un duello furibondo

All’indomani del voto che ha rinnovato il Parlamento europeo, con il rafforzamento dei sovranisti, l’Italia è già sulla graticola. “Una cosa dev’essere chiara. Se un paese, a un certo punto, è totalmente fuori dalle regole, non compatibile con le regole, le sanzioni ci sono“. L’avvertimento, senza tanti complimenti, a proposito dei conti pubblici italiani, arriva dal Commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici.

Come si ricorderà, lo scorso autunno, in vista del via libera della Commissione all’approvazione della manovra di bilancio dell’Italia, ci furono duri scontri. Oggi 28 maggio, parlando a Lisbona – secondo quanto riportato dalla BloombergMoscovici ha anticipato un carteggio con il governo italiano. Lettere che hanno a oggetto “misure aggiuntive che potrebbero essere richieste”.

Pierre Moscovici ha aggiunto che le sanzioni “sono principalmente dissuasive, ma possono essere anche persuasive. Cerchiamo di evitarlo”. “Avrò uno scambio di vedute con il governo italiano su misure aggiuntive che potrebbero essere richieste per essere in linea con le regole” ma “non prediligo le sanzioni”. Così Moscovici, durante un discorso riportato da Bloomberg. È abbastanza probabile che avremo uno scambio di lettere”, ha detto Moscovici.

Non si è fatta attende la reazione dell’uomo forte del Governo Conte, Matteo Salvini, uscito vincitore dal voto per il Parlamento europeo. “Lo spread aumenta perché qualcuno ha convenienza che gli italiani siano vincolati a vecchie regole“, ha dichiarato durante una diretta Facebook. Oggi, infatti, il differenziale fra titoli di Stato tedeschi e italiani ha toccato quota 290 punti. Salvini ha attaccato poi il Partito democratico. “Lanciano l’allarme spread – ha detto -, come se il voto degli italiani di domenica non fosse libero, come se chi ha votato Lega volesse lo spread”.

Aspetto di leggere la lettera dell’Unione europea ma credo che la Commissione debba e possa prendere atto che i popoli hanno votato per il cambio e la crescita”, sottolinea Salvini. “Quello che è chiaro che non si alzano le tasse, che l’aumento dell’Iva non esiste“, dice il vicepremier. “È in arrivo – aveva fatto Salvini in mattinata – una lettera della commissione Europea sull’economia del nostro Paese. Penso che gli italiani diano mandato a me e al governo di ridiscutere in maniera pacata parametri vecchi e superati”.

Secondo Salvini, “di tagli ed eccesso di prudenza l’Italia ha rischiato di spegnersi” e il risultato delle elezioni è “un invito a fare il contrario di quello che ci è stato imposto fino all’anno scorso”. “L’Italia cresce se le aziende e i lavoratori pagano meno rispetto a quello che si paga oggi. Non siamo noi che vogliamo sforare. Se noi fossimo costretti a rispettare numeri e vincoli vecchi, il debito crescerebbe. Noi vogliamo ridurlo e avere il credito delle istituzioni europee per fare il contrario di quello che hanno fatto i Monti e i Gentiloni: ossia restituire soldi”.

Non chiediamo uno sforzo particolare ai 5 stelle – ha aggiunto – visto che è già nel contratto di governo. Vogliamo mettere in ordine le priorità. Presenteremo un progetto che fa bene al Paese. Anche ai 5 stelle che sono convinto continueranno a crescere”. “Se la lettera fosse alla vecchia maniera: fate i compiti a casa, tagliate, tagliate, tagliate no”. Perché “abbiamo bisogno di assumere tanti medici, ingegneri, giudici, vigili del fuoco”. E sistemare “scuole e ospedali. E per farlo dobbiamo spendere i soldi che ci danno gli italiani pagando le tasse”.

La crescita dello spread . Vuol dire interessi più alti da pagare sul nostro debito

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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