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Governo Conte, lettera alla Ue: polemiche e veleni. Ecco cosa è successo

Arriva dopo polemiche e veleni la lettera del Governo italiano in risposta ai rilievi di Bruxelles sul debito pubblico. Venerdì 31 maggio si è verificato anche un giallo. Nel pomeriggio ha cominciato a circolare una bozza poi smentita dal ministero dell’Economia.

Nel nuovo testo firmato da Giovanni Tria scompare il rifermento ai tagli al welfare nel 2020-2021. Tagli che erano contenuti nel documento poi smentito. Una “manina” lo ha fatto uscire? Quello che è certo è che Luigi Di Maio è andato su tutte le furie. E anche il premier Giuseppe Conte è dovuto intervenire.

Il passaggio è sfumato. E ora, nella lettera, si indica in modo più generico che “il governo sta elaborando un programma complessivo di revisione della spesa corrente comprimibile e delle entrate, anche tributarie”. Resta invece la parte che annuncia il progetto di introduzione della flat tax. La quale, però “sarà attuata nel rispetto degli obiettivi di riduzione del disavanzo”.

La lettera consta di quattro pagine. La riceveranno il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, e il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici. Assieme alla missiva anche un documento di oltre 50 pagine in cui si esaminano i fattori rilevanti che influenzano l’andamento del debito pubblico in Italia. Il disavanzo 2019, sottolinea Tria nella missiva, “sarà minore di quanto prospettato nelle ultime previsioni”. Questo perché da un lato “l’andamento dell’economia e il gettito fiscale hanno finora superato le previsioni del Programma di stabilità”.

“Concordiamo circa la necessità di conseguire un avanzo primario di bilancio più elevato – scrive Tria nella lettera -. Vogliamo riportare il rapporto debito pil su un percorso chiaramente discendente”. Nella lettera il ministro dell’Economia richiama “lo spirito di collaborazione che ha consentito di raggiungere l’accordo dello scorso dicembre”. E sottolinea che per il 2018, “sebbene le condizioni macroeconomiche non abbiano consentito all’Italia di soddisfare gli sfidanti requisiti della Regola di riduzione del debito”, il Governo “abbia seguito un approccio prudente e responsabile”.

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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