Enrico Berlinguer a 35 anni dalla morte, il ricordo del leader del Pci
Le parole del presidente della Repubblica: Sergio Mattarella ricorda Enrico Berlinguer
«Enrico Berlinguer è stato un leader politico stimato e popolare. E’ stato protagonista di una stagione che ha accompagnato lo sviluppo del Paese, nei diritti, nella partecipazione democratica. A trentacinque anni di distanza, la sua drammatica scomparsa è ancora nel ricordo di tanti italiani. La sua figura di uomo di dialogo, riflessivo e rigoroso […] continua a suscitare attenzione anche tra i giovani e rispetto anche da quanti non condividevano le sue idee». Così oggi, nell’anniversario della morte del segretario dello storico Pci, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo ricorda.
«Berlinguer seppe definire ed esprimere l’originalità politica e culturale assumendo la fedeltà alla Costituzione e la sua difesa come caratteristica del partito. Una consapevole scelta che contribuì alla unità del popolo italiano nei momenti più difficili e bui del terrorismo, degli attacchi eversivi, delle crisi che minacciavano profonde fratture sociali». «Il suo confronto con Aldo Moro – ricorda il capo dello Stato – e gli altri leader politici ha caratterizzato passaggi importanti della storia italiana. Si è collocato nell’ambito dell’unità delle forze democratiche e popolari e della loro capacità di incontrarsi o collaborare nelle emergenze, pur nelle distinzioni tra maggioranza e opposizione, che hanno salvaguardato, nei decenni, la vita democratica e il progresso del Paese».
Un discorso degno di nota quello del presidente della Repubblica nel ricordo del leader del Compromesso storico. Oggi, 11 giugno, il memoriale della morte del leader del partito comunista. Dopo il governo delle convergenze parallele è stato in grado di avvicinarsi al partito democristiano di Aldo Moro, creando un solido terreno democratico e concretizzando la “svolta a sinistra”.
Enrico Berlinguer, la storia del leader di uno dei grandi partiti di massa italiani
Nato a Sassari nel 1922, scala le gerarchie del Pci, fino a diventarne segretario nel 1972. E’ ricordato principalmente per il raggiungimento del Compromesso storico con Aldo Moro. Muore l’11 giugno 1984 dopo che lo colpì un malore, il 7 giugno, mentre svolgeva un comizio a Padova. Venne colpito da un ictus cerebrale che lo portò alla morte, precisamente 35 anni fa. Enrico Berlinguer aderisce al partito comunista nel 1943, con l’intento di porsi accanto a dei gruppi antifascisti sardi. Nel dopoguerra lavorò costantemente per la ricostruzione del paese. Nel 1962 entrò nella segreteria del Pci e divenne responsabile della sezione esteri.
Fu fondamentale nell’operazione di creazione dell’Eurocomunismo, un modello di allontanamento dalla politica internazionale che fino a quel momento aveva investito il partito comunista. In Italia, venne amato da molti elettori, non solo per il Compromesso storico con Moro, ma anche per esser stato il primo ad interrogarsi sulle modalità etiche di gestione del potere da parte dei partiti di massa.
Al suo funerale, a Roma, partecipò più di un milione di persone. Mai nell’Italia repubblicana si era avuta una manifestazione di tale ampiezza nei confronti di una figura politica. Il Pci, infatti, alle elezioni europee del 1984 superò per la prima e unica volta la Democrazia Cristiana nei consensi (33,33% contro 32,97%), probabilmente sulla scia della malinconica e prematura perdita.
Si ricorda dunque così, uno dei grandi leader della Prima Repubblica italiana, quando la politica era ancora aspirazione e sogno, impegno morale e dovere civico.