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Conte sfida Salvini e Di Maio: “Con l’Europa tratto io!”

“Voglio carta bianca per trattare in Europa ed evitare la procedura di infrazione“. Così il premier Giuseppe Conte si sarebbe rivolto ai suoi due vice, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Il resoconto, riportato da La Stampa, si riferisce alla nottata di vertice governativo fra ieri e oggi 11 giugno.

L’obiettivo del presidente del Consiglio e del suo entourage è di evitare a tutti i costi all’Italia la procedura di infrazione da parte dell’Unione europea.

Una maxi sanzione, di fatto una sorta di commissariamento del Paese, che la Commissione europea ha ventilato, sebbene ancora la procedura non sia stata adottata. Potrebbe però esserlo presto. E tutto questo, ha chiarito Conte durante il vertice con Salvini e Di Maio, “sarebbe devastante per gli italiani”.

Per me di manovre restrittive non se ne deve neanche parlare“, ha ribattuto il vicepremier Luigi Di Maio a Rtl. E ha poi precisato che “in questo momento lavoriamo alla nuova legge di bilancio”. “Mettiamoci dentro le cose che servono agli italiani e mi aspetto che sul salario minimo, visto che c’e’ già un’apertura, già oggi si cominci a lavorare molto meglio”.

Non so prevedere il futuro ma non credo che andranno fino in fondo“, ha spiegato in merito alle decisioni dell’Ue sulla procedura di infrazione per l’Italia. “Non credo che l’obiettivo sia andare contro l’Unione Europea, ma di abbassare le tasse e migliorare la condizione degli italiani. Per ottenere quell’obiettivo ci vuole dialogo con la Ue ma anche prese di posizione ferme”. “Nessuno riuscirà mai a mettermi contro il presidente del Consiglio perché Conte  – ha detto infine Di Maio -. Ha sempre portato avanti le battaglie all’Unione europea con il governo italiano e continueremo a farlo”.

Il vicepremier è intervenuto sul tema dei mini-Bot. “L’obiettivo è ripagare le aziende che hanno crediti con la pubblica amministrazione”, dice. “Poi che si chiamino mini-Bot o mini Luigi o mini Pierluigi non cambia niente”. “L’importante – ha ribadito Di Maio – è che si paghino i soldi che devono avere le aziende dallo stato e che non stanno avendo”.

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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