Notte di tensione e scontri violenti a Memphis (Tennessee), negli Stati Uniti, fra ieri 12 e oggi 13 giugno. Un agente di polizia ha ucciso un giovane afroamericano ed è scoppiata la rivolta. Le manifestazioni di protesta, cominciate pacificamente, sono degenerate in guerriglia urbana.
Il bilancio degli scontri è di almeno 24 agenti feriti e tre persone arrestate. Secondo le prime ricostruzioni, il 21enne Brandon Webber, sul quale pesavano diversi mandati di cattura, sarebbe stato ucciso mentre cercava di scappare dalla polizia. Contro di lui un agente avrebbe sparato 20 colpi di arma da fuoco.
La polizia ha riferito del lancio di pietre e mattoni da parte dei dimostranti. Con diversi agenti che hanno subito ferite lievi. Secondo il resoconto del quotidiano locale Memphian, gli agenti, che avevano isolato la scena del delitto creando un cordone di sicurezza, hanno cominciato ad usare i lacrimogeni verso le 23, ora locale. Al fine di disperdere la folla.
Il Tennessee Bureau of Investigation (TBI) ha riferito che alcuni suoi agenti erano presenti sulla scena di un conflitto a fuoco che ha coinvolto una task force regionale anti-crimine. La polizia di Memphis ha dichiarato che nessuno dei suoi agenti è stato coinvolto nella sparatoria. Un funzionario locale ha poi identificato la vittima come Brandon Webber dicendo che il giovane è stato raggiunto da una serie di colpi di arma da fuoco nel cortile di casa della sua famiglia. I familiari hanno confermato al Memphian la morte del 21enne.
Tami Sawyer, candidata afroamericana a sindaco dopo l’identificazione di Webber ha twittato: “Ogni singola vita persa dovrebbe contare… ognuna. Quante volte questo continuerà ad essere accettato? Non può continuare ad esserlo.”
Passion Anderson, una madre di 34 anni, ha portato suo figlio di 13 anni sulla scena del delitto la mattina di giovedì 13 giugno. È cresciuta a Memphis e recentemente è tornata a vivere nel quartiere di Frayser, un’area per lo più a basso reddito con case modeste appartamenti unifamiliari. Intervistata dai media racconta di essere molto preoccupata, ogni giorno, per la sicurezza di suo figlio in una città che lotta con il crimine e e le scorribande delle gang. “Voglio solo che lui lo veda – ha detto -, che sappia cosa sta succedendo, che sia consapevole”.
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