Facebook è sempre più attento a monitorare le abitudini dei suoi utenti, per rendere la piattaforma più funzionale possibile. E, nonostante in qualche occasione la cosa sia già avvenuta (non senza una violazione della privacy), adesso è dichiarata e legale. Facebook lancia una nuova app, che serve appunto per controllare e “studiare” come si comportano gli utenti. Non con il social network nello specifico, ma nei confronti delle altre applicazioni dello smartphone. E lo fa cercando di metterci più trasparenza e correttezza possibile. Questa nuova piattaforma si chiama Study from Facebook e, per ora, esiste solo per Android. E’ indirizzata ad un pubblico di soli maggiorenni e, ad oggi, esiste solo in USA e in India.
Ricordate cosa era successo nel mese di gennaio? Facebook aveva un canale particolare (Facebook Research), in cui erano iniziate delle pratiche simili. Ma, in quel caso, c’erano state davvero tantissime polemiche. Il motivo? Sotto la trasparenza apparente, in realtà, questa funzione aveva un controllo virtualmente illimitato sul dispositivo. Facebook Study è invece molto più semplice, presente tra le app canoniche su Play Store.
Tra gli utenti, ne verranno reclutati solo alcuni, tramite delle inserzioni pubblicitarie. Questi account, volontariamente, si sottoporranno ad un monitoraggio continuo, di tutto l’intero smartphone. Ovviamente questo tipo di processo non sarà una mossa di volontariato dell’utente, ma Facebook darà un compenso a questi account. Tant’è che gli utenti dovranno avere a disposizione un conto Paypall. L’obbiettivo primario di questa iniziativa è quello di cercare di capire le abitudini degli utenti e di raccogliere informazioni sull’utilizzo dello smartphone. Una sorta di ricerca di mercato molto più dettagliata perché, ai vertici, capiranno quali siano le applicazioni più utilizzate, come e a che ora. Ma anche le tempistiche: quanto tempo trascorrono nell’utilizzo dello smartphone? Cosa ritengono più utile da utilizzare?
Tutto questo serve per capire verso quale direzioni stanno andando gli account, per cercare di plasmare Facebook (e connessi) sull’utenza di “domani”. La tecnologia deve sempre essere al passo con i tempi, deve incontrare i gusti di chi la utilizza, altrimenti rischia di diventare obsoleta e scomparire nell’oblio. Ovviamente in molti si stanno chiedendo come, questo tipo di “studio”, possa influire sulla privacy. No problem (almeno così sembra)! Hanno dichiarato che non verranno registrate le varie password degli utenti, né che si potranno visionare media personali (come foto o video). Inoltre, dai piani alti di Facebook, hanno assicurato che le informazioni raccolte con Study non saranno mai cedute a terzi. Neanche – speriamo – per scopi pubblicitari o ricerche, ma saranno archiviate solo internamente a Facebook.
Al momento, non è possibile avere maggiori dettagli sui compensi, o sulla durata dell’intera operazione. Attendiamo di sapere se Facebook deciderà di far partire Study anche nel nostro Paese (o in Europa).