AGGIORNAMENTO ORE 11:27 – Sulla vicenda interviene Luca Lotti con una nota. “Anche oggi i principali quotidiani pubblicano intercettazioni senza che nessuno si chieda se sia lecito oppure no. Alcuni giornali poi – utilizzando una frase di Palamara, non mia – provano a raccontare un mio interessamento sulla vicenda Consip: come si capisce bene leggendo, niente di tutto questo è vero. Ancora una volta la verità viene presentata in altro modo e si conferma quanto ho già detto due giorni fa”. “Peraltro, alcune frasi che mi vengono attribuite non sono assolutamente riferite al vicepresidente del Csm David Ermini. Su questo, come su altro, in tanti saranno chiamati a risponderne nelle sedi opportune. Infine, appaiono totalmente fuorvianti alcune frasi e ricostruzioni legate al presidente della Repubblica“, rimarca il parlamentare. “Come è oggettivamente evidente dalle stesse intercettazioni, io non ho commesso alcun reato, pressione o forzatura. Per il resto, ieri mi sono autosospeso dal Pd in attesa che la situazione si chiarisca. Non c’è altro da aggiungere – conclude Lotti -, se non che una verità sarà sempre più forte di mille bugie”.
Conversazioni in piena notte, intercettate dagli investigatori grazie a un virus trojan. Inserito nel cellulare dell’ex presidente del’associazione magistrati Luca Palamara. Sono quelle che stanno facendo tremare, da alcuni giorni, i palazzi del potere politico e giudiziario.
Oggi 15 maggio il Corriere della Sera pubblica stralci di intercettazioni che riguardano Luca Lotti, ex ministro e fedelissimo di Matteo Renzi. Secondo l’interpretazione che ne dà il Corriere, Palamara e Lotti avrebbero avuto un piano di cui parlarono al telefono per vendicarsi di coloro che con le inchieste giudiziarie avevano ostacolato le rispettive carriere.
L’obiettivo dei due sarebbe stato quello di orientare le nomine del Consiglio superiore della magistratura e così “pilotare” le inchieste che li riguardavano. Le intercettazioni contenute nelle informative della Guardia di Finanza, consegnate ai pubblici ministeri di Perugia, svelerebbero nei dettagli le trame tessute col deputato pd Cosimo Ferri, i consiglieri del Csm e altri magistrati. Raccontano gli incontri, le cene, i contatti che avrebbero attivato con il Quirinale per mettere uomini di fiducia nei posti chiave. Secondo il Corriere della Sera Lotti avrebbe rassicurato i suoi interlocutori: “Ho informato Mattarella sulla situazione del Csm…”. Ma dal Quirinale sarebbe arrivata una smentita: “Sono millanterie”.
Dal canto suo venerdì 14 giugno Luca Lotti si è autosospeso dal Pd. E ha scritto una lettera al segretario Nicola Zingaretti. “Ti comunico dunque la mia autosospensione dal PD fino a quando questa vicenda non sarà chiarita. Lo faccio non perché qualche moralista senza morale oggi ha chiesto un mio passo indietro. No. Lo faccio per il rispetto e l’affetto che provo verso gli iscritti del PD, cui voglio bene e perché voglio dimostrare loro di non avere niente da nascondere e nessuna paura di attendere la verità”. Lotti ha reso pubblica la lettera con un post sulla sua pagina Facebook.
Photo credits: Twitter