Francesco Totti, l’addio alla Roma: festa tra amici come i Casamonica
Francesco Totti, è divorzio ufficiale con la società della Roma, la “sua” squadra, di cui è sicuramente emblema e volto. Hanno provato in tutti i modi a fargli cambiare idea, ma il “capitano” non ha ceduto. Nemmeno alla proposta allettante di diventare direttore tecnico. Il Presidente Pallotta non ha accennato minimamente ad un passo in avanti verso Totti, non ha neanche deciso di incontrarlo. E, d’altra parte, ha sempre fatto affidamento solo sui consigli dei dirigente tecnico di Franco Baldini. Il CEO della Roma, Fienga, ha provato addirittura a consigliare a Francesco Totti di lasciare che passasse l’estate. E, a mente fredda, dopo le vacanze, provare a trovare un accordo valido.
A nulla sono valse le mosse studiate per salvare il salvabile, non se ne farà nulla. I problemi reali sono sorti già dopo il caso di Daniele De Rossi: Pallotta aveva ammesso l’errore madornale. Ma, allo stesso tempo, aveva citato Baldini in un giudizio su Totti. Che ruolo poteva avere ancora Francesco nella società? Nessuno, se non evidentemente uno al margine, che davvero era diventato inaccettabile. Tra pochissimi minuti, inizierà la conferenza stampa, al Salone d’Onore del Coni. Sono stati rilasciati 250 accrediti, sarà presente anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò. La scelta di non fare la conferenza stampa a Trigoria, il centro sportivo che Totti ha frequentato per trent’anni, dimostra la precisa volontà di prendere le distanze da una società nella quale ormai si sente un estraneo, il rapporto nelle ultime settimane si è deteriorato irrimediabilmente. Sarà possibile seguire l’evento in diretta su Rai2 e su Sky.
Certamente Francesco Totti ci spiegherà le sue ragioni ed anche i suo i progetti futuri. Ringrazierà di sicuro Fienga, l’unico che l’ha supportato dall’inizio alla fine. Ma soprattutto che l’ha spronato a ricercare la sua indipendenza. E invece così non è stato: ogni decisione doveva passare da Londra, Totti sembrava non avere più un ruolo vero e proprio all’interno del club giallorosso.
Anche Claudio Amendola, tra gli altri, ha aspramente criticato l’accaduto, all’interno della società della Roma. E sostenendo, soprattutto, che la “deromanizzazione” della Roma fosse un processo già annunciato. Ma, al contempo, estremamente doloroso per chi ha sempre creduto e supportato la bandiera giallonera
L’addio di Totti è la ciliegina sulla torta. Si conclude finalmente il teorema bostoniano-londinese. Credo che Francesco abbia sopportato il sopportabile. Uno come lui non può figurare come un semplice gagliardetto. Mi sembra di assistere all’omicidio perfetto. Hanno ucciso la Roma. In passato sono stato molto criticato quando pronunciai una frase infelice (Mi dimetto da tifoso della Roma’, ndc). Ma già all’epoca s’intravedeva la piega che stava assumendo la questione. Io ad esempio ero molto offeso con il club perché aveva concesso l’utilizzo di Trigoria alla Juventus. Ero molto dispiaciuto anche quando si cambiò lo stemma. Noi siamo sempre stati questo tipo di tifoseria, molto tradizionalista. Il problema è che dall’avvento di questa nuova proprietà s’è voluto educare e cambiare il modo di pensare di una città che non andava modificato ma semplicemente rispettato.
Francesco Totti ha però voluto rispettare la tradizione, con la festa che organizza ogni anno, nella sua villa all’Eur, per l’inizio dell’estate. Tanti amici tra gli invitati (tra i quali mancava Bldini). E, cosa ancora più curiosa, tutti dovevano rispettare un dresscode davvero bizzarro: vestirsi come i Casamonica!