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Le parole di Francesco Totti alla conferenza stampa del Coni: “Lascio la Roma, ma non è colpa mia”

Al Salone d’Onore del CONI a Roma la conferenza stampa di Francesco Totti. L’ex capitano dà l’addio alla Roma, dopo un’intera carriera vissuta da calciatore e due anni da dirigente. Circa 250 giornalisti accreditati, presenti anche testate straniere. Più quasi 100 tra fotografi, tecnici e operatori tv.

Le parole di Francesco Totti

La conferenza stampa è ancora in onda e Totti parla con il cuore in mano: “Tiferò sempre Roma. E’ un arrivederci, non è un addio. E’ impossibile vedere Francesco Totti fuori dalla Roma, non accadrà mai. In questo momento prenderò altre strade e la decisione non è stato affatto semplice. Penso però sia la più giusta. Davanti a tutto rimane sempre la Roma. […] I presidenti, gli allenatori e i giocatori passano. La bandiera no. Non è stata colpa mia di questa decisione: non c’è stato un colpevole in particolare. E’ stato progettato un percorso, ma non è stato rispettato. Non ho potuto lavorare sull’area tecnica e non ho avuto la possibilità di esprimermi, mi tenevano fuori da tutto”.

Quando gli hanno chiesto se effettivamente fosse stato pronto a fare il dirigente, Totti risponde: “avevo un contratto di 6 anni, perciò sono entrato in punta di piedi, era una novità. Andando avanti col tempo ho capito che sono due cose completamente diverse; mi hanno fatto tante promesse, ma non sono state mantenute. E’ normale che col passare del tempo giudichi, valuti. Io ho un carattere, una personalità, non faccio cose che ogni tanto mi chiedono di fare. Non hanno mai voluto che io facessi questa cosa. Sono sempre stato abituato a dire la verità. Non posso più stare qui”.

Il presidente deve stare più sul campo. Quando non c’è il capo fanno tutti come vogliono. Funziona ovunque così e anche qui“, ha continuato l’ex capitano della Roma. “Penso di avere le basi per cambiare le cose, però le parole mie sono diverse dalle parole di Paolo. La faccia ce l’ho sempre messa e sempre ce la metterò, come ho sempre fatto e come sto facendo”.

Cosa serve per riportarti alla guida della Roma?, Gli hanno chiesto. “Sicuramente una nuova proprietà. Bisogna credere in me e credere che io possa fare per la Roma qualcosa di buono. Perché io per la Roma farei solo cose buone. Staccarmi dalla Roma per me è come morire. Sarebbe stato meglio. Ma per il bene di tutti è meglio che mi stacchi io. Mi hanno sempre definito troppo ingombrante per questa società“. Ringrazia Claudio Fienga e sostiene che è stato l’unico che l’abbia sempre sostenuto.

Francesco Totti cita anche Daniele De Rossi

Totti parla anche dell’avventura di Daniele De Rossi: “Ho sempre detto ai dirigenti di avvertire Daniele se quello fosse stato il suo ultimo anno. Le cose vanno dette subito. Io con Daniele ci ho parlato da amico, non da dirigente. E infatti gli ho detto ‘Guardati intorno’, volevo fargli aprire gli occhi. Anche se non potevo espormi troppo, in fondo sono un dirigente della Roma. Anzi, ero dirigente della Roma“. E ha continuato scherzando: “Prenderò Daniele, ci mettiamo una parrucca e veniamo a vedere le partite. Io tiferò sempre Roma“.

Io sono cresciuto a Trigoria e non perché io sia più bravo degli altri, ma so come va gestita. Pallotta si è sempre fidato delle persone sbagliate […] quando ci sono giocatori che dopo la partita persa ridono… Non va bene. Bisogna rigare dritto“. Totti ha sottolineato, che se cambiasse la proprietà della società, lui è ben disposto a tornare alla dirigenza di essa “a 360 gradi“.

Francesco è stato anche “attaccato” sulla vita privata, ma ha prontamente risposto: “Tutti i dirigenti vanno in settimana bianca e partono. Il loro vantaggio è che nessuno li conosce. Tutti invece conoscono me“. Tra gli intervistatori e le loro domande è spuntata una riflessione particolare. La Roma si è “dettottizzata” da quando ha smesso di giocare. Ora inizierà la “deromanizzazione“?

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