Fabrizio Frizzi dedica commovente durante la prima italiana di Toy Story 4
Fabrizio Frizzi, che ci ha lasciati poco più di un anno fa, ha smesso di donare la sua voce emblematica al personaggio di Woody, di Toy Story. Lui, presente per tre pellicole, considerate tra i più bei film d’animazione di sempre, ci ha lasciati senza l’anima del personaggio. Fabrizio Frizzi aveva donato sfumature incredibili al pupazzo protagonista dei cartoni animati, dandogli una sensibilità molto umana, se possibile. L’identificazione tra Fabrizio Frizzi e il giocattolo preferito del primo padroncino, Andy, era stata una cosa automatica per noi italiani, sin dal primo film (1995).
Ieri sera, alla prima italiana del film, il ricordo al grande conduttore e doppiatore è stato inevitabile. Davanti ad un pubblico commosso e in visibilio, Fabrizio Frizzi è stato ricordato nei titoli di coda, con un “Grazie” doveroso. A lui, che ha regalato sfumature uniche al personaggio di Woody e che, nella versione italiana, non ha fatto rimpiangere il grande Tom Hanks (doppiatore originale). E la voce di Tom, Angelo Maggi, doppierà il “nuovo” Woody, sicuri che abbia fatto un ottimo lavoro e con una grande responsabilità sulle spalle. A ricordare Fabrizio Frizzi ci hanno pensato Riccardo Cocciante e Massimo Dapporto. Quest’ultimo torna a prestare la sua voce a Buzz Lightyear e aggiunge su Fabrizio
Una persona pulita, irregolare per il nostro ambiente. Era difficile non simpatizzare con lui, la perdita di ha toccato tutti sul serio. Ma ci ha lasciato un esempio: io quando mi arrabbio penso alla sua risata.
Tanta commozione anche per l’esibizione di Cocciante, nella canzone “Un amico in me”, che proprio Fabrizio Frizzi aveva cantato. Pieno di timori, perché non si reputava in grado di potersi cimentare nella musica, immortale, per noi, che lo ricorderemo per sempre.
Tutti si aspettavano che, con la fine di Toy Story 3, la storia fosse arrivata al capolinea. Il bambino che possedeva i giocattoli, è ormai troppo grande per conservarli. Allora decide di darlo via e la storia può ricominciare, con un cerchio infinito, con una nuova bimba. Il quarto film non era così necessario, ma non si potevano ignorare gli incassi stellari del precedente, come se nulla fosse. Boonie, la nuova legittima proprietaria va, con i suoi genitori, in un Luna Park. È qui che i suoi giocattoli incontreranno dei loro simili, ma molto diversi allo stesso tempo.
Questi ultimi sono liberi, senza un padrone, ma ne desiderano uno fortemente. Si sentono inutili perché, lo scopo ultimo della loro vita, è quello di regalare gioia ai bambini, voglio essere sfruttati per quello. L’unica felicissima di essere libera è Bo Peep, una bambola di ceramica anni Cinquanta, che è felicissima di non dover sottostare a nessuno.
Forky è il più importante dei nuovi personaggi di Toy Story 4, una new entry incredibilmente preziosa, nella storia. Forky è il nome di una forchetta, che Boonie, all’asilo, salva dalla spazzatura e adorna con delle braccia, gli occhi finti e i piedini con gli stecchini del ghiacciolo. Ci vuole molto tempo prima che questo oscuro e leggero aggeggio accetti il suo nuovo destino. Crede di appartenere alla spazzatura e di non poter avere nulla di meglio. Forky non riesce a vivere come gli altri giocattoli, è appena “nato” in realtà. Non capisce il loro codice e vorrebbe solo fuggire via. Nel viaggio al Luna Park finirà col perdersi e, solo così, capirà il fine ultimo della sua esistenza.
Woody è sempre l’eroe della storia, anche se malandato, vecchio e non più il fulcro della bambina. Sarà lui che si dividerà da tutti gli altri giocattoli, “stanco” della sua vita e ormai convinto di voler vivere liberamente. E, in questo viaggio sui generis, cercherà di ritrovare Forky. Bo Beep è uno dei personaggi che gli ruotano intorno, una sua vecchia fiamma. Sulla scia delle ultime uscite Disney, lei è la rivendicazione della figura femminile, ma self-Made. Che supera tutte le difficoltà da sola e che non ha bisogno di nessuno. E c’è anche un’altra “donna”, la cattiva Gabby Gabby, un giocattolo traumatizzato che non si ferma davanti a nulla.
Toy Story 4 non brilla per originalità, ma scalda il cuore, riuscendo nell’intento di commuovere e far riflettere tantissimo.