L’Auditel ormai è il deus ex machina che decreta il successo o meno di un programma. Nell’era delle piattaforme digitali, dello spopolamento delle serie targate Netflix e Amazon, non si può non tenerne conto.
Nell’estate di due anni fa già si era scelto di apportare una modifica sostanziale, triplicando il numero di famiglie che andavano a comporre il campione di riferimento per la misurazione degli ascolti tv.
Da quest’estate e precisamente dal 25 giugno verranno diffuse tutte le info derivanti dalla fruizione tramite i dispositivi digitali. Non ci sarà quindi scampo per smart-tv, smartphone, tablet, pc e game console, «in casa e fuori casa rilevati col nuovo sistema di raccolta censuario Auditel (attivo dal 16 dicembre 2018), che misura non soltanto la performance dei contenuti ma anche quella della pubblicità, un primato assoluto a livello internazionale» (dalla nota ufficiale). A dire il vero, si sta pensando di registrare anche i dati derivanti dalle app.
Oggi in Italia (si è appreso in conferenza stampa) ci sono oltre «112milioni gli schermi che possono accedere a contenuti video o tv di cui 42milioni circa sono tv tradizionali, 43milioni smartphone, 7 milioni i tablet e altrettante le smart tv connesse, 19 milioni i pc, a cui si aggiungono anche le piattaforme per il gaming».
«Quella presentata oggi è solo la prima release della nuova soluzione Auditel. Ci saranno ulteriori step già a settembre e, poi, a gennaio 2020, per arrivare, alla fine del percorso, al traguardo della ‘Total audience della TV’ ovvero l’integrazione degli ascolti della TV tradizionale con quelli dei device digitali, attraverso metriche univoche e omogenee, che verranno rese disponibili sia con standard digitali sia con i tradizionali standard televisivi», ha spiegato il presidente di Auditel, Andrea Imperiali.
Il nuovo sistema di raccolta per il momento prende in esame Rai, Mediaset, Sky, La7, Discovery e DeAgostini, che insieme rappresentano l’86,5% del totale ascolto televisivo.
«La nuova rilevazione rappresenta per il mercato degli investitori in pubblicità e comunicazione un vero salto di qualità. La possibilità di misurare i contenuti televisivi su tutti i device digitali consentirà di disporre di una rappresentazione più articolata e penetrante dei nuovi segmenti di consumo, favorendo l’innovazione tanto nella pubblicità quanto nei prodotti editoriali», ha sottolineato il presidente di UPA (Utenti Pubblicità Associati) Lorenzo Sassoli de Bianchi.
L’esperta di ascolti di Tv Talk ha commentato così, a Leggo, questo cambiamento: «è una grandissima novità seppure con il superpanel era stato ridotto quasi a zero il margine di errore, con la nuova rilevazione mi aspetto non solo numeroni da restare a bocca aperta per quanto riguarda le serie tv, ma anche sorprese da programmi tradizionali, come ad esempio gli show del sabato sera: scopriremo che c’è un pubblico giovane che guarda i contenuti della tv tradizionale ma su altre piattaforme. I nuovi dati saranno inoltre molto importanti anche per gli inserzionisti e quindi interessanti sia a livello sociologico che di mercato».
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