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ULTIM’ORA – Sea Watch 3 forza il blocco, è in acque italiane a Lampedusa

Ore 17:24 – Sea Watch dovrebbe attraccare a Lampedusa dopo le 20.30. Appena sarà partito il traghetto diretto a Porto Empedocle. L’unico approdo possibile, viste le dimensioni dell’imbarcazione, è il molo commerciale. Non è escluso, però, che i 42 migranti a bordo vengano prima trasferiti sulle motovedette della Capitaneria e portati a terra.

Ore 16: 40 – La Sea Watch è davanti al porto di Lampedusa. Sul molo sono schierati i carabinieri. “Il governo olandese – dice il vicepremier Matteo Salvini – non può far finta di nulla. Una nave battente bandiera dei Paesi Bassi ha ignorato i divieti e gli altolà e sta facendo rotta a Lampedusa. È una provocazione e un atto ostile: avevo già scritto al mio omologo olandese, e ora sono soddisfatto che l’Ambasciatore d’Italia all’Aja stia facendo un passo formale presso il governo dei Paesi Bassi. L’Italia merita rispetto: ci aspettiamo che l’Olanda si faccia carico degli immigrati a bordo”.

Ore 16:27 – La motovedetta della Finanza partita da Lampedusa ha intimato l’alt alla Sea Watch a circa 12 miglia dalla costa. L’imbarcazione dell’Ong non si è fermata e sta continuando a navigare.

AGGIORNAMENTO ORE 14:46 – Interviene sulla vicenda, via social media, il ministro dell’Interno Matteo Salvini: “L’immigrazione non può essere gestita da navi fuorilegge: siamo pronti a bloccare qualunque tipo di illegalità. Chi sbaglia, paga. P.S. L’Europa? Assente, come sempre”.

+++ La nave Sea Watch 3 della Ong Sea Watch con 42 migranti a bordo ha rotto il blocco ed è entrata in acque italiane. È accaduto alle 14:50 di martedì 26 giugno +++

La capitana Carola Rackete (foto in alto) intende far sbarcare i migranti “allo stremo delle forze”, come sottolinea, a Lampedusa. Ciò accade il giorno dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha respinto il ricorso dei 42 migranti a bordo.

“Ho deciso di entrare in porto a Lampedusa. So cosa rischio ma i 42 naufraghi a bordo sono allo stremo. Li porto in salvo”. Queste le parole della capitana di Sea Watch 3, Rackete, riportate da un tweet visibile sull’account Twitter di Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly). “In 14 gg nessuna soluzione politica e giuridica è stata possibile, l’Europa ci ha abbandonati – continua il tweet della Ong – La ns Comandante non ha scelta.

“Questa mattina abbiamo comunicato ai naufraghi la decisione della Corte di rigettare il ricorso. Sono disperati. Si sentono abbandonati. Ci hanno detto che la vivono come una negazione, da parte dell’Europa, dei loro diritti umani”. Lo riporta un tweet di Sea Watch Italy con riferimento al verdetto della Corte europea per i diritti dell’uomo di ieri con cui è stato rigettato il ricorso dell’Ong.

La decisione di Carola Rackete arriva alla fine di una lunga trattativa, come riporta su Repubblica Alessandra Ziniti. “Siamo tutti con lei. A questo punto è nella responsabilità del comandante portare in salvo i naufraghi“, il commento di ieri sera 25 giugno della Ong tedesca. Gli avvocati di Sea Watch hanno espresso “profondo sconcerto” per un verdetto  quello della Corte europea – che ritengono “contraddittorio e problematico dal punto di vista dell’effettività della tutela dei diritti fondamentali e della dignità dell’uomo”.

La Ong stamattina ha rilanciato: “Se il nostro capitano Carola porta i migranti salvati dalla Sea Watch 3 in un porto sicuro, come previsto dalla legge del mare, affronta pene severe in Italia“. Lo scrive in un tweet la Ong tedesca invitando a donare al fondo per l’assistenza legale di Sea Watch per “aiutare Carola a difendere i diritti umani”.

Il tragitto di “andirivieni” di Sea Watch 3 davanti a Lampedusa in questi giorni

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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