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Sequestro per un milione a capo ultras del Milan che strinse la mano a Salvini

La Polizia di Stato ha sequestrato beni per circa un milione di euro a Luca Lucci. Si tratta del capo ultras del Milan già arrestato nel maggio 2018 per spaccio di droga in concorso. È rimasta celebre una foto che ritrae Lucci mentre stringe la mano al ministro dell’Interno Matteo Salvini, ricambiato.

Il provvedimento della polizia ha disposto il sequestro di un complesso immobiliare di due piani con autorimessa. E della gestione di un bar, storico ritrovo degli ultras del Milan. Nel dicembre scorso alcune foto che ritraevano Lucci e il ministro dell’Interno Matteo Salvini destarono molte polemiche. Salvini aveva poi dichiarato di non sapere delle vicende del Lucci.

ll bar “Clan 1899”, un’abitazione in provincia di Bergamo e un’Audi A5: sono questi i beni sequestrati al 38enne Luca Lucci, di fatto gestore dello stesso locale di Sesto san Giovanni. Il valore totale dei beni sequestrati si aggira intorno al milione di euro. I sequestri sono giustificati dalla “pericolosità sociale” dello stesso Lucci.

In Lombardia è la prima volta che viene applicata una misura di prevenzione patrimoniale a un esponente del tifo organizzato.

Non è invece la prima volta che Lucci finisce sotto la lente d’ingrandimento delle autorità. Visto che già in due occasioni era stato condannato per lesioni. La prima durante un derby con l’Inter del 2009 in cui fece perdere un occhio a un tifoso nerazzurro sferrandogli un pugno. La seconda in un altro episodio simile lo scorso settembre a margine di Milan-Sassuolo. A ciò si aggiunge il patteggiamento di 1 anno e 6 mesi di luglio 2018 per traffico di droga proprio all’interno del locale “Clan 1899”. Ufficialmente elettricista, si sarebbe guadagnato da vivere in altri modi, secondo le indagini.

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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