NewsPrimo piano

Sea Watch 3 a Lampedusa, Salvini contro la capitana Carola: “Nessuno sbarchi, arrestateli”

È ancora ferma, stamani 27 giugno, davanti al porto di Lampedusa la nave Sea Watch 3 della Ong tedesca con 42 migranti africani a bordo. Sea Watch, guidata dalla capitana Carola Rackete, che ieri ha forzato il blocco attorno alle acque territoriali italiane, è al centro di un braccio di ferro con il governo Conte e col ministro dell’Interno Matteo Salvini in particolare. Proprio Salvini, scottato dalla vicenda, ora attacca a testa bassa, dopo aver già dichiarato che “non sbarcherà nessuno”.

La legge prevede che bisogna essere autorizzati per poter attraccare, non possiamo far arrivare in Italia chiunque, le regole di un Paese sono una cosa seria – dice il ministro su Radio CRC -. Le persone sulla Sea Watch non sono naufraghi, ma uomini e donne che pagano 3.000 dollari per andar via dal proprio Paese. In Italia stanno arrivando, in aereo, migliaia di migranti certificati che scappano dalla guerra. Spero che nelle ultime ore ci sia un giudice che affermi che all’interno di quella nave ci sono dei fuorilegge, prima fra tutti la Capitana. Se la nave viene sequestrata e l’equipaggio arrestato io sono contento”.

Sea Watch ha fatto la sua battaglia politica sulla pelle di 42 persone – scrive Salvini in un tweet -. In 15 giorni sarebbero arrivati in Olanda due volte. Hanno rifiutato i porti sicuri più vicini. Ong aiutano trafficanti di esseri umani”. “Non assecondo chi aiuta gli scafisti che con i soldi degli immigrati poi si comprano armi e droga”. E “non permetto che siano Ong straniere a dettare le leggi sui confini nazionali di un Paese come l’Italia”.

Carola Rackete, la giovane capitana, ha rotto gli indugi alle 14 di ieri 26 giugno. Ha diretto il timone verso Lampedusa ed è entrata in acque italiane ignorando l’alt delle motovedette della Guardia di finanza. “So cosa rischio – dice la donna – ma non ho scelta. I naufraghi sono allo stremo. Li porto in salvo”.  

E l’Europa che fa? A Bruxelles, la Commissione europea è in contatto con gli Stati per distribuire le persone salvate. Palazzo Chigi, intanto, ha avviato “iniziative formali” per verificare omissioni dell’Olanda, Stato di bandiera della nave. Il braccio di ferro tra l’Italia e la nave della ong tedesca, si trasferisce così dalle acque internazionali ad appena fuori dal porto di Lampedusa. “In 14 giorni – lamenta Sea Watch – nessuna soluzione politica e giuridica è stata possibile, l’Europa ci ha abbandonati. La nostra comandante non ha scelta“.

 

La nave Sea Watch 3 davanti a Lampedusa

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio