Carola Rackete è il volto più visualizzato su qualsiasi piattaforma web, nelle ultime ore. Mentre Matteo Salvini la definisce
Una sbruffoncella che fa politica sulla pelle degli immigrati
lei è diventata il volto della “rivoluzione”, più che evidente, contro il blocco per entrare in acque territoriali italiane. Lei ha 31 anni, è tedesca, ed è la capitana della nave Sea Watch 3, che ha deciso di forzare gli argini del blocco. E non ci sta, non vuole speculazioni, il suo obbiettivo era uno solo: portare in salvo i 42 migranti che portava a bordo, sbarcando a Lampedusa.
Carola Rackete non è una ingenua, che non sa il fatto suo, tutt’altro che sprovveduta. Esperta di mare, navigazione e, soprattutto, migranti. Infatti, andando sul suo profilo su LinkedIn, sappiamo che è nata in Bassa Sassonia, che parla quattro lingue, oltre al tedesco: inglese, francese, russo e spagnolo. Carola Rackete ha competenza in materia ecologica e anche navigazione polare. Tornando indietro negli anni, sappiamo che è laureata in Scienze Nautiche, all’Università di Jade, nel 2011. Ha un Master in conservazione dell’ambiente, conseguito all’Università di Edge Hill (in Inghilterra) ed una resi sui nidi degli albatros. Dal 2011 è anche Ufficiale di Navigazione, per conto dell’Istituto Alfred Wegener, per la ricerca polare e marina. Ha tanta esperienza a bordo, tra cui quella con Greenpeace e la British Antarctic Survey, come secondo ufficiale. Lo scorso anno Carola Rackete ha lavorato per le Poseidon Expeditions, per tre mesi, come guida.
Lei è innamorata del mare e della natura e, di questa sua grande passione, ne ha fatto un mestiere. Carola è addirittura in grado di pilotare una nave rompighiaccio nell’Artico, determinata nel lavoro e nei suoi ideali, più dura delle calotte polari nelle sue convinzioni. Per quanto riguarda l’impegno umanitario, Carola Rackete elenca più di un’esperienza, di cui solo l’ultimo è quello con la Sea Watch 3. Ha lavorato nel parco naturale dell’Onu, dei vulcani della Kamchatka. Infatti ci è stata 8 mesi, nel 2014, come guida locale per bambini e turisti, ma anche per la manutenzione di attrezzature, ricoveri e supporto botanico. Ha lavorato, in Francia, per la LPO, la Lega della Protezione degli uccelli, per curarne gli esemplari feriti e piccoli mammiferi.
Sulla Sea Watch 3, si è categoricamente rifiutata di riportare indietro in Libia i 42 migranti a bordo. Afferma di essere nata con “la pelle giusta ed il giusto passaporto”, dunque avverte il peso e l’obbligo morale di aiutare chi non è stato ugualmente fortunato. Non è una diva, Carola Rackete, non si impegna per mostrarsi al mondo, non rilascia interviste a raffica, non ha social network e non pubblica nulla sul web. E, sembra quasi una beffa, che contro di lei si siano scagliati, in primis, il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, che vorrebbe un processo immediato contro di lei. Ma anche Giorgia Meloni, che vorrebbe addirittura la distruzione e l’affondamento della nave. Due dei politici più attivi sul fronte divulgativo e sulla diffusione social delle notizie.
Sul web ci sono due fazioni differenti: all’hashtag #facciamoliscendere, gli utenti si sono schierati dalla parte di Carola Rackete. Giudicando il suo come un gesto di umanità e non una presa di potere autonoma, un affronto da bloccare. Dall’altra parte, invece, c’è chi la ricopre di insulti, per la sua ideologia umanitaria e – dobbiamo distanziarci categoricamente – questi insulti sono dal sapore fortemente sessista.