MondoNews

Polemiche al Parlamento Europeo: c’è l’inno ma i pro Brexit si voltano….

Benvenuti al Parlamento europeo. È la casa della democrazia: l’unica istituzione europea eletta dai cittadini. Benvenuti, ciascun deputato rappresenta i suoi cittadini, buon lavoro ai neo eletti”. Così il presidente uscente Antonio Tajani ha aperto la plenaria del nuovo Parlamento europeo, oggi 2 luglio

Poi ha dato la parola alla musica con l’Inno europeo e ha invitato allo stesso tempo tutti ad alzarsi in piedi. “Alzarsi in piedi è una questione di rispetto non significa condividere l’Ue, anche quando si ascolta l’inno di un altro Paese ci si alza in piedi”, ha poi detto Tajani riscuotendo un applauso da parte dell’emiciclo.

Gli erodeputati britannici del Brexit party, la formazione ideata da Nigel Farage, sono rimasti seduti o hanno voltato le spalle durante l’esecuzione dell’Inno europeo. A rimanere seduti anche alcuni parlamentari francesi del gruppo Identità e democrazia di cui fa parte la Lega.

Nuovo round, intanto, del vertice europeo per la scelta dei “top job” in Europa. Dopo la fumata nera di due giorni fa il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk ha riconvocato i 28. Due i pacchetti per le nomine per i posti chiave dell’Ue in discussione in questo momento tra i leader del Ppe.

In entrambe Christine Lagarde è il candidato alla Banca centrale europea. Lo si apprende da fonti diplomatiche europee. Il primo scenario, quello che sembra avere possibilità di maggiore successo, vede la candidatura del ministro della Difesa tedesco Ursula Von der Leyen alla presidenza della Commissione. Il premier belga uscente Charles Michel per il Consiglio; Manfred Weber per la seconda parte del mandato della presidenza del Parlamento europeo. Ma si discute ancora di un pacchetto che vede Frans Timmermans per la Commissione europea e il premier croato Andrej Plenkovic al Consiglio. Oltreché Manfred Weber alla presidenza del Parlamento e Christine Lagarde alla Bce.

Ursula Von der Leyen, probabile nuovo capo della Commissione

Photo credits: Twitter

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio