Venticinque anni dopo il sisma che provocò 57 vittime, nel 1994, torna il terrore in California. Un terremoto di magnitudo 6.4 ha funestato in giorno dell’Indipendenza (4 luglio). Gli abitanti di Los Angeles e Las Vegas, 15 milioni di persone, lo hanno avvertito in tutta la sua potenza. Parecchi edifici hanno oscillato e nelle città si è scatenato il panico.

I sismografi hanno registrato la scossa alle 10.33 del mattino. Alla scossa più importante ne sono seguite altre quattro significative, di magnitudo 4,7, 3,5, 3,8 e 4,2. Finora non si è avuta notizia di morti o feriti gravi.

I vigili del fuoco sono dovuti intervenire per domare diversi incendi nella Searles Valley, tra cui Ridgecrest, nella contea di Kern e nella confinante contea di San Bernardino. Le autorità hanno segnalato danni significativi nella base della Marina di China Lake. Lì si testano i missili. Danni anche a Ridgecrest, una cittadina di 29mila abitanti in un’area della Sierra Nevada altamente sismica.

L’aeroporto di Los Angeles non ha riportato danni. La situazione, ha twittato il presidente americano, Donald Trump, “sembra sotto controllo”. Ma secondo Lucy Jones, sismologa dell’Istituto geologico della California, esiste una probabilità alta che le scosse abbiano altre repliche di magnitudo significativa.

Il sisma è stato il più forte che abbia colpito lo Stato americano da quello di magnitudo 6,7 del 17 gennaio 1994 nella San Ferdinando Valley. Anche in quel caso era un giorno di festa nazionale (Martin Luther King Jr. Day). L’epicentro fu in un sobborgo popoloso di Los Angeles e solo il fatto che il terremoto si fosse scatenato alle 4 e 31 del mattino evitò un bilancio di vittime ancora più pesante. A causa dei crolli di edifici, parcheggi e pezzi di strade sopraelevate, si stimarono danni per 20 miliardi di dollari. Il conto più salato di tutti i tempi per un terremoto negli Usa. Il sud della California è una zona altamente sismica. Registra una media di 10.000 terremoti all’anno. 

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