Nuovi guai giudiziari per l’ex consigliere di Stato Francesco Bellomo, 49 anni, barese, che finisce agli arresti domiciliari. Non solo i maltrattamenti e le estorsioni nei confronti di quattro giovani borsiste della scuola di formazione giuridica “Diritto e scienza” di Bari. Alle quali, secondo le accuse, avrebbe imposto uno sexy dress code.

Ma anche la calunnia e la minaccia nei confronti dell’attuale presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sottolinea su Repubblica Chiara Spagnolo. Per tutti questi motivi Bellomo è finito ai domiciliari. Ricostruiamo la vicenda. Bellomo è destituito da consigliere di Stato dopo che nel 2017 scoppiò lo scandalo della scuola di preparazione per il concorso in magistratura.

Tutto parte da Piacenza, con la denuncia di una studentessa, e si estende anche a Bari. L’arresto giunge al termine di un’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Roberto Rossi, con l’ordinanza firmata dalla gip Antonella Cafagna. Quattro le studentesse individuate come parti offese, per i reati di maltrattamenti e estorsione, alcune delle quali legate a Bellomo da relazioni sentimentali.

Nell’inchiesta barese, spiega ancora Repubblica, si inserisce poi il nuovo filone. In cui compare come vittima il premier Conte, in passato vicepresidente del Consiglio della presidenza della giustizia amministrativa. Vale a dire l’organo chiamato a esercitare l’azione disciplinare nei confronti di Bellomo, dopo che erano emersi i primi illeciti a suo carico.

Il premier – all’epoca non in carica – fu trascinato davanti al Tribunale civile di Bari, insieme alla collega Concetta Plantamura, componente dello stesso organismo. Bellomo paventò che avessero commesso illeciti nella trattazione del giudizio a suo carico. Poi fece notificare loro un atto di citazione per danni. Secondo la procura di Bari, tale atto fu un’implicita minaccia, finalizzata a prospettare all’intero Consiglio il possibile esercizio di azioni civili nei confronti di Conte e Plantamura.

Il premier Giuseppe Conte

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