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Locanda Rossa. Le opere di Davide Bramante in mostra a Capalbio

Davide Bramante, My own Rave. New York (Disney Maxell, variante), 2010, esposizioni multiple in fase di ripresa, non digitali; plexiglass a ph neutro, courtesy dell’artista e Galleria Anna Marra, Roma

Un luogo magico che, se impreziosito dall’arte, può diventare ancora più incantevole: sarà per la dolcezza delle colline che lo avvolgono, sarà per la cura dei dettagli che rivela un gusto estetico davvero sopraffino di chi l’ha progettato. Non parliamo di un castello delle fiabe, ma della Locanda Rossa, una farm house di pace che sorge nel verde rigoglioso della Maremma toscana. In particolare, si tratta di ventun ettari di vastità a pochi chilometri da Capalbio, in cui eleganza e stile si fondono in una sola cosa.

Insomma non poteva esserci sede migliore per una mostra dedicata a Davide Bramante (Siracusa, 1970), l’artista siciliano famoso a livello internazionale per le sue fotografie di grande formato, aventi per soggetto perlopiù scenari urbani. Roma, Londra, Mosca e New York saranno infatti solo alcune delle metropoli immortalate da Bramante nei suoi originalissimi scatti. Davide Bramante è anche il titolo della personale – organizzata grazie al sostegno della Galleria Anna Marra di Roma –  che si terrà alla Locanda Rossa dal 13 al 28 luglio. Le curatrici Manuela Valentini e Olivia Spatola hanno scelto di esporre una decina di opere che si sposano perfettamente con gli ambienti interni ed esterni del prestigioso resort.

Locanda Rossa, conservatory

L’architettura – come già accennato – è sicuramente la grande protagonista delle sue fotografie, da intendere però nelle sue varie accezioni: reale, mentale e artistica. Dalla sintesi di tali diverse interpretazioni, nascono nuove geometrie e prospettive che potrebbero essere figlie dell’arte scenografica tanto amata e studiata da Bramante in passato. Di fatto l’artista non registra la realtà, ma la distrugge per ricomporla, ricodificandola.

La sovrapposizione – soprattutto con riferimento alle opere fotografiche – è la sua cifra stilistica, non a caso su ogni immagine coesistono dai quattro ai nove scatti, non digitali. «Il mio sangue, le mie origini, la mia storia è una sovrapposizione che ha attraversato almeno 3000 anni», spiega l’artista. «Il mio lavoro non poteva quindi non tenere conto di questa ricca ed infinita storia. Il risultato finale delle mie opere deriva dalla somma di immagini e di riferimenti reali ed immaginari, perché l’occhio vede ciò che conosce, ma la mente crea ciò che desidera».

Davide Bramante, My own Rave. Roma (P.zza di Spagna + Colonnato), 2014, esposizioni multiple in fase di ripresa, non digitali; plexiglass a ph neutro, courtesy dell’artista e Galleria Anna Marra, Roma

 

Davide Bramante

a cura di Manuela Valentini e Olivia Spatola

in collaborazione con Galleria Anna Marra, Roma

dal 13 al 28 luglio 2019

c/o Locanda Rossa

Strada Capalbio Pescia Fiorentina 11/b

58011 Capalbio (Gr)

www.locandarossa.com

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