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Emanuela Orlandi, saranno aperte in Vaticano le tombe di due principesse

Giovedì mattina, 11 luglio, il Vaticano farà aprire due tombe al Cimitero Teutonico. L’obiettivo, disposto dal Promotore di Giustizia dello Stato della Città del Vaticano, è di verificare se vi siano contenuti i resti di Emanuela Orlandi, la ragazza di 15 anni scomparsa e mai ritrovata né viva né morta nel 1983.

Saranno aperte la cosiddetta “Tomba dell’Angelo” in cui è sepolta la principessa Sophie von Hohenlohe, morta nel 1836. E quella attigua in cui è sepolta la principessa Carlotta Federica di Mecklemburgo, morta nel 1840.

Il supporto all’autorità giudiziaria sarà garantito da personale qualificato del Centro Operativo di Sicurezza della Gendarmeria vaticana. Saranno presenti anche i familiari di Emanuela Orlandi, fra cui il fratello Pietro (nella foto in alto), con il loro legale e il loro perito.

Emanuela Orlandi, il Vaticano decide di riaprire due tombe

(notizia del 2 luglio 2019) Il Vaticano, tramite l’Ufficio del Promotore di Giustizia del Tribunale, ha disposto l’apertura di due tombe nel cimitero teutonico. Obiettivo: fare chiarezza sull’esistenza e sul luogo di sepoltura di Emanuela Orlandi. La notizia è arrivata oggi 2 luglio.

Come è noto quello della sparizione nel nulla di Emanuela Orlandi è uno dei grandi misteri irrisolti d’Italia. La ragazza, 15 anni, figlia di un commesso della Prefettura della casa pontificia, scomparve a Roma il 22 giugno 1983.

La decisione sulla riapertura delle due tombe, spiega Alessandro Gisotti, direttore della sala stampa vaticana, “si inserisce nell’ambito di uno dei fascicoli aperti”. Fascicoli nati dalla denuncia della famiglia Orlandi che nei mesi scorsi ha, tra l’altro, segnalato il possibile occultamento del suo cadavere.

Proprio nel piccolo cimitero teutonico, ubicato all’interno del territorio dello Stato Vaticano. La legale della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, l’estate scorsa aveva ricevuto una lettera con allegata la foto della tomba in oggetto. E il messaggio di un anonimo: “Cercate dove indica l’angelo”. Il riferimento è alla statua di un angelo che regge in mano un foglio riportante la scritta “Requiescat in pace”, “riposa in pace”.

Secondo alcune ricostruzioni da anni diverse persone depongono dei fiori presso quella stessa tomba, perché si dice che vi sia seppellita Emanuela. Le operazioni di apertura delle due tombe si svolgeranno il prossimo 11 luglio, alla presenza dei legali delle parti. Oltre che dei familiari di Emanuela Orlandi e dei parenti delle persone seppellite nelle tombe interessate.

Il portavoce vaticano ha spiegato che ci sarà l’ausilio tecnico del professor Giovanni Arcudi, del Comandante della Gendarmeria Vaticana, Domenico Giani, e di personale della Gendarmeria.“Vorrei veramente ringraziare il Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin. Sicuramente da parte sua c’è stato tanto coraggio nell’apertura di questa indagine – ha detto all’Ansa il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi -. Così come nella decisione di aprire le tombe. E anche il comandante Giani vorrei ringraziare, ho capito che c’è la volontà di fare chiarezza”.

“Siamo molto contenti di questa notizia che apprendo da lei“, ha commentato Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi raggiunta telefonicamente dall’AGI. “Sono appena uscita da una udienza e non sapevo nulla”, ha continuato Sgrò. Che ha poi aggiunto: “Attendo di avere un colloquio immediato con le autorità vaticane per apprendere altre informazioni. Un sincero e sentito ringraziamento per il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin per questo atto coraggioso”, ha poi concluso.

Photo credits: Twitter

 

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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