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È morta Ilaria Occhini, lutto nel cinema: “Non mi abituerò mai a pronunciare la prima battuta”

Ilaria Occhini si è spenta ieri pomeriggio nella sua città, ad 85 anni. L’attrice fiorentina debuttò al cinema a 19 anni per poi arrivare a lavorare con alcuni tra i più grandi registi della sua epoca, come Emmer, Monicelli, Gallone, Tognazzi, Risi, Visconti, Gassman, Ronconi e Patroni Griffi.

La partecipazione come madre di Veronica Pivetti in Provaci ancora prof e lo sguardo dolce del suo personaggio eccentrico in Mine Vaganti di Ferzan Ozpetek, l’hanno resa indimenticabile anche nell’immaginario del pubblico più giovane.

Una carriera intensa ed eclettica, dedicata al cinema quanto al teatro. Tante le candidature ed i riconoscimenti ottenuti, fra tutti è impossibile non menzionare il David di Donatello per la miglior attrice non protagonista in Mine Vaganti, il Nastro d’Argento alla migliore attrice non protagonista per Benvenuti in Casa Gori e il Nastro d’Argento speciale alla carriera nel 2010.

Sposata per oltre cinquant’anni con lo scrittore e sceneggiatore Raffaele La Capria, si impegnò anche in politica prima con Marco Pannella, poi con i Radicali e Giuliano Ferrara.

“Non mi abituerò mai a pronunciare la prima battuta. Cerco di modulare, ritmare, impostare. Ma ogni volta è morire” scriveva nel suo libro autobiografico, “La bellezza quotidiana, una vita senza trucco”. E in effetti la sua è stata una carriera segnata da una bellezza magnetica, ambita e desiderata da tutti ma da lei dissacrata con ironia e, forse, un pizzico di timidezza: “La mia bellezza è come se fosse una cosa, una borsetta, un foulard che porto con me, non ne parlo con nessun vanto”.

 

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