Nuove intercettazioni scioccanti emergono dalle 310 pagine dell’informativa della Dia di Trapani. Fra due giorni, giovedì 25 luglio, si volgerà infatti l’incidente probatorio nell’ambito dell’inchiesta in cui sono indagati per corruzione l’imprenditore Paolo Arata e il senatore della Lega Armando Siri (nella foto in alto).

Secondo gli investigatori Arata, ex consulente della Lega per l’energia, ricercava in continuazione “sponsor” politici per trovare un incarico di governo al senatore Siri. Il quale fu poi nominato sottosegretario alle infrastrutture. Una nomina ritenuta fondamentale.

Perché, agli occhi di Arata – sempre stando alla Dia – Siri avrebbe potuto favorire gli interessi dell’imprenditore nel campo delle energie rinnovabili. Già dal marzo 2018, prima della formazione dell’attuale governo, le intercettazioni rivelano questo disegno. “Venivano colte una serie di conversazioni tra gli indagati nelle quali si auspicava la formazione di una maggioranza di governo composta da esponenti della Lega – annota la Dia – per poter proporre alcuni interventi normativi per aumentare gli incentivi ai produttori di energia da fonte eolica”.

Dopo la formazione del governo e la nomina di Siri sottosegretario sono numerosissime le intercettazioni telefoniche e ambientali. Testimoniano la ricerca di ottenere provvedimenti utili al mini-eolico e le fonti rinnovabili. Un primo successo Arata lo festeggia quando il biometano viene nominato nell’accordo di programma del governo Lega-M5S.

Paolo Arata è euforico e più motivato più che mai nel cercare un ruolo adatto per Siri. Punta in alto. In un’intercettazione ambientale del 23 maggio 2018 Arata e il figlio Francesco discutono dell’inserimento del biometano nell’accordo di programma.

Francesco non è soddisfatto di come era stato scritto, il padre ne è felice: “Ma meno male che c’è, era già chiuso, lo abbiamo fatto riaprire per metterci il biometano, pensa un po’… il biometano c’è… e i Cinquestelle vogliono il biometano… la Lega vuole il biometano…“.

Poi punta subito al prossimo passo, il posto giusto a Siri: “Allora Salvini non sa dove mettere Armando… poi io gli ho detto che deve fare il viceministro con la delega all’energia… e lui lo ha chiesto a Salvini… e Salvini ha chiamato anche casa nostra ieri”. Francesco chiede perché e il padre risponde: “Perché voleva sapere quale delega voleva, però i Cinquestelle non volevano fare i viceministri…”. L’imprenditore si vanta di questo interessamento, ma gli stessi gli investigatori della Dia di Trapani scrivono nell’informativa: “Al riguardo va detto che questa Dia non ha registrato interlocuzioni telefoniche tra Arata e Salvini”.

Dalle carte dell’inchiesta romana emerge una ricerca costante di sponde politiche per far ottenere un incarico di governo a Siri. Arata, secondo gli investigatori, chiede aiuto dovunque: politici, ambasciatori, cardinali, chiede aiuto oltreoceano, fino al tentativo, fallito, di arrivare al Quirinale. La Dia annota che Arata già da aprile “spingeva” la candidatura di Siri per un importante incarico governativo. E “a tal fine oltre a interessare ripetutamente” Gianni Letta, Arata ricorreva anche all’aiuto del cardinale Raymond Leo Burke, un importante esponente della Chiesa cattolica. Con addentellati nell’amministrazione statunitense e con Steve Bannon, il guru di Trump.

L’imprenditore, ed ex consulente della Lega, Paolo Arata

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