Pensavano di poter ricevere una semplice gentilezza. Quando poi è arrivato lo scontrino da pagare ecco la sorpresa antipatica e frustrante: un po’ d’acqua per il cane messa nel conto per 30 centesimi.
La vicenda è avvenuta a Jesolo, in provincia di Venezia. Protagonista una coppia che ha voluto rendere pubblico quanto vissuto. E ha così deciso di pubblicare tutto sui social network. Ossia, lo scontrino stesso, la prova della veridicità di quanto accaduto. Inutile aggiungere che è immediatamente scoppiata la polemica.
Sono partiti innumerevoli commenti e insulti registrati online, come scrive TgCom24. Ha fatto capolino anche quello di un testimone oculare del “fattaccio”. Un utente, infatti, ha scritto: “Vergognatevi tutti, una grande perdita di tempo ed energie per una famiglia onesta che paga le tasse e lavora duramente“. “Io ero lì – precisa – e i 30 centesimi erano per la coppetta di cartone senza mettere in conto il personale che deve servire il cane dell’acqua”.
Quindi, i trenta centesimi messi in scontrino non sarebbero stati per l’acqua. Ma per il contenitore di cartone utilizzato dal locale sulla spiaggia. Questo perché, a quanto sembra, la coppia si era dimenticata di portarsi dietro la ciotola per abbeverare il proprio cane.
Photo credits: Twitter
Venezia, contro shock ai turisti: bistecca e frittura da 1.100 euro
(notizia del 21 gennaio 2018) Quattro bistecche, altrettante fritture miste, acqua minerale e servizio, per un totale di 1100 euro. Si aggiunge un nuovo caso, quello di quattro studenti giapponesi, alla classifica dei conti da infarto presentati a fine pranzo ai turisti dai locali del centro di Venezia.Questa volta l’ “attentato” alle coronarie, e alla carta di credito del gruppo in gita nella città lagunare, scrive il sito web dell’Ansa, è stato portato da una comune osteria nella zona delle Mercerie, vicino a San Marco. Un conto di oltre mille euro per un pranzo di quattro ragazzi giapponesi, studenti universitari a Bologna, che non credevano ai loro occhi.
A rendere pubblica la vicenda sui social è stato Marco Gasparinetti, portavoce della piattaforma civica “Gruppo 25 Aprile”, il quale ha riferito d’averlo saputo dalla guida turistica che accompagnava i quattro turisti, che però aveva mangiato altrove. Il gestore della trattoria, un egiziano, ha detto di non ricordare “di avere avuto problemi con clienti giapponesi in questi giorni”. Ma Gasparinetti non indietreggia, sostenendo che è solo l’ennesimo caso: “mi hanno assicurato – ha detto – che i giovani, studenti universitari a Bologna, una volta scesi dal treno hanno presentato denuncia alla questura. Il problema c’è stato eccome”.
La vicenda fa il paio con quella del presunto scontrino d’oro presentato a tre turisti asiatici nel novembre scorso: un pranzo di pesce in una trattoria, sempre vicina a San Marco, pagato 560 euro. In quel caso i turisti avevano sostenuto che il cameriere aveva giocato sul fatto che non conoscevano una parola di italiano, portando in tavola costose pietanze di pesce che non avevano ordinato. Ma che non erano state neppure rimandate in cucina. La vicenda era stata commentata con ironia, ma con parole taglienti, dal sindaco Luigi Brugnaro: “Pezzenti – aveva detto – Uno mangia e beve, poi dice che non sapeva la lingua. Ma se vieni in Italia devi imparare l’italiano. Hanno mangiato aragosta e non hanno lasciato niente sul piatto. Ho chiesto al cameriere se gli avessero lasciato la mancia, neanche quello”.
Photo credits: Twitter