Corea del Nord, Kim torna a lanciare missili nucleari: alta tensione con gli Usa
Dopo una fase di apparente distensione fra l’America e il dittatore nordcoreano Kim Jong-Un, è di oggi 25 luglio una notizia che nessuno avrebbe voluto ricevere. La Corea del Nord ha lanciato almeno due missili vettori a corto raggio da Wonsan, una città costiera a est della capitale Pyongyang. I vettori hanno viaggiato per 690 chilometri e sono finiti nel Mar del Giappone. Lo affermano le autorità sud coreane, secondo quanto riporta il New York Times.
I vettori sono un “nuovo tipo di missili a corto raggio”. E rappresentano una “minaccia militare” che rischia di minare il processo di pace nella penisola coreana. Lo ha reso noto il ministero della Difesa della Corea del Sud, secondo quanto riporta la Cnn online. I lanci sono i primi da quando Donald Trump e il leader nord coreano Kim Jong-un si sono incontrati nello scorso mese di giugno sul confine fra le due Coree.
Il ministro della Difesa giapponese, Takeshi Iwaya, ha definito il test missilistico della Corea del Nord “alquanto spiacevole”. Un linguaggio diplomatico per sottolineare una reazione profondamente negativa. Lo riferisce l’agenzia Jiji. Secondo le fonti governative citate dalle agenzie nipponiche, i vettori non hanno raggiunto la zona economica esclusiva (Zee), non rappresentando un rischio alla sicurezza del Paese. Takeshi Iwaya ha detto che il governo analizzerà le informazioni con la cooperazione della Corea del Sud e degli Stati Uniti. L’ultimo lancio di missili balistici a corto raggio effettuato da Pyongyang, era avvenuto lo scorso 9 maggio.
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Trump e Kim, incontro show al confine fra le due Coree
(notizia del 30 giugno 2019) Il leader nordcoreano Kim Jong Un ha detto sì alla proposta di incontro pervenutagli via social dal presidente americano Trump. È accaduto durante il G20 di Osaka (Giappone). A Panmunjon, al confine fra le due Coree, i leader si sono stretti la mano, oggi 30 giugno. Poi Trump, primo presidente americano, è entrato in territorio nordcoreano.
La stretta di mano e lo storico passo sono avvenuti nella cosiddetta Joint Security Zone (JSA). Si tratta dell’unico luogo in cui i soldati delle due Coree si trovano a pochi metri di distanza. E dove l’anno scorso hanno avuto luogo i due vertici tra Kim e il presidente sud-coreano Moon Jae-in.
Il capo della Casa Bianca è arrivato nella zona demilitarizzata al confine tra le due Coree e ha ispezionato la torretta d’osservazione. Come prima di lui hanno fatto tanti suoi predecessori. Trump poi ha accompagnato il presidente nord-coreano di nuovo al Sud. Lì li ha raggiunti il leader della Corea del Sud, Moon. Donald Trump ha anche annunciato che inviterà Kim alla Casa Bianca
Ad annunciare il nuovo storico incontro era stato il presidente della Corea del Sud Moon Jae-in. “I presidenti degli Stati Uniti e della Corea del Nord si stringeranno la mano per la pace a Panmunjom. È il luogo simbolo della divisione”, ha detto. Quindi ha elogiato i due leader “per avere avuto coraggio”, così da accettare il meeting. E ha auspicato che “Trump entri nella storia come il presidente che ha ottenuto la pace nella penisola coreana”.
Trump aveva avuto sensazioni positive prima dell’ufficializzazione dell’incontro. “C’è la possibilità di incontrare il presidente Kim Jong-un. Anche loro vogliono fare l’incontro. È molto complicato per le questioni sulla sicurezza, ma i nostri team ci stanno lavorando”. Subito dopo il tweet di Trump il regime di Pyongyang aveva fatto sapere che Kim era “molto interessato” alla richiesta. Ma aveva lamentato la mancanza di un invito ufficiale. Perplessità che evidentemente sono state superate. Tanto da organizzare l’incontro con gli immensi problemi di sicurezza che si porta dietro nel giro di poche ore.