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Le nonne di Campoli con i bimbi migranti in braccio. E lo scatto diventa virale

Tre donne sedute davanti alla porta di casa con in braccio tre bambini. Tre nonne con i nipotini al caldo di un pomeriggio estivo. Una scena toccante. Quei piccoli sono figli dei migranti ospitati nel centro di accoglienza di Campoli del Taburno, in provincia di Benevento.

Protagoniste dello scatto, sottolinea online il TgCom24, sono nonne che hanno “adottato” quei piccoli, a furia di coccole e tenerezze. Da sinistra c’è Zì Nicolina che dà la merenda, Zì Vicenza che tiene un altro bimbo sulle ginocchia e Zì Maria che culla il piccolo che dorme tra le sue braccia. La foto offre un’immagine diversa da quanto emerge in questi giorni sui social e proprio i social la stanno rilanciando. Di bacheca in bacheca. Di condivisione in condivisione.

“E così scopri che c’è un mondo pieno di umanità, pieno di carezze, pieno di sorrisi”, ha scritto l’utente che ha condiviso la foto pubblicata sulla pagina Facebook “Sei di Campoli se”. Lo scatto è diventato subito virale. “Questa è l’Italia che vogliamo. Stiamo guardando il vero volto dell’accoglienza“, ha scritto un utente del social. “Lezione di civiltà da parte di chi, evidentemente, ha fatto della solidarietà un valore che supera ogni differenza ed egoismo”, ha commentato un altro.

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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