Giovedì 1 agosto e venerdì 2 agosto 2019 si rischia di non poter prelevare denaro contante ai bancomat. Le aziende dei portavalori hanno confermato, infatti, nei giorni scorsi, uno sciopero previsto proprio in quei due giorni. Nel corso della prima settimana del mese, dunque, potrebbero esserci dei problemi. I prelievi agli sportelli esterni degli istituti di credito potrebbero non essere fattibili.

Dietro a questo sciopero nazionale una richiesta precisa: quella di ottenere il rinnovo del contratto (fermo dal 2015 per gli addetti ai lavori). Le banche hanno fatto sapere che l’astensione dal lavoro così proclamata dai portavalori potrebbe avere ripercussioni negative sui prelievi bancomat. Così almeno sostiene uno dei maggiori istituti di credito italiani: Intesa San Paolo.

Su questi eventuali disagi, invece, non si sono ancora espressi i vertici di Poste Italiane. A rischio saranno soprattutto le pensioni o, per meglio dire, la loro erogazione. Lo sciopero portavalori che, come anticipato, si svolgerà durante la prima settimana di agosto, potrebbe infatti rallentare gli accrediti della pensione previsti per il primo di ogni mese.

E, quindi, anche quelli dell’1 agosto. La protesta dei portavalori, inoltre, potrebbe complicare i trasferimenti di denaro di tutti quei correntisti che si trovano ad operare con bancomat e carte di credito nelle zone dove i pagamenti sono più difficoltosi.

Dello sciopero, in realtà, se ne era parlato già ad inizio luglio, ma si è dovuto aspettare fino alla fine del mese per avere l’ufficialità. Ad indirlo sono stati i sindacati di categoria Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs. Hanno chiesto per i portavalori il rinnovo del contratto nazionale e il suo miglioramento.

I punti su cui le rappresentanze sindacali hanno deciso di insistere sono, nello specifico, il miglioramento del salario, le condizioni di sicurezza e salute. Ma anche il cambio appalto e la contrattazione di secondo livello. Le decisioni che verranno prese dopo lo sciopero, ovvero nei giorni (e settimane) a seguire l’1 e il 2 agosto, coinvolgeranno ben 70 mila addetti alla vigilanza privata e dei servizi fiduciari. Tutti lavoratori in attesa del nuovo contratto nazionale.

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