Lo smartphone può far male agli occhi. Si rischia di sviluppare miopia o astenopia. L’allarme viene dagli esperti. E le raccomandazioni arrivano in particolare ora che si va in ferie e si trascorre il tempo in spiaggia, a bordo piscina oppure sdraiati su un prato. In estate cresce il tempo libero e aumenta anche il tempo in cui si resta incollati al telefonino. Attenzione soprattutto ai bambini.
In estate è sempre opportuno cercare di non prolungare l’osservazione sugli schermi telematici. Bisogna fare delle pause sia dal pc e che dallo smarphone. Occorre far riposare il sistema della nostra vista mediante lo spostamento dell’osservazione a distanze superiori almeno a 3 metri. Come ad esempio guardare fuori da una finestra, spiega al Mattino Pasquale Troiano, primario di oculistica dell’Ospedale Sacra Famiglia Fatebenefratelli di Erba (Como).
Ma cos’è l’astenopia? Si tratta di una sindrome caratterizzata da sintomi come irritabilità degli occhi e mal di testa. Come tutte le condizioni di affaticamento i sintomi, seppur fastidiosi, si risolvono con il riposo. Ben più grave, invece, è l’uso prolungato di smartphone nei bambini e negli adolescenti. È questo il comportamento responsabile della miopizzazione dell’occhio, dalla quale non si torna indietro.
Negli ultimi 10 anni si sta assistendo a una vera e propria epidemia di miopia, si spiega ancora sul Mattino. “L’ergoftalmologia (oftalmologia del lavoro) ha individuato un rapporto tra le capacità visive del soggetto e il tipo di impegno visivo richiesto – spiega Troiano -. Se l’impegno visivo richiesto eccede le capacità visive del soggetto, l’affaticamento oculare compare in breve tempo, è più sintomatico ed è più frequente. È come se si chiedesse a un soggetto che pesa 50 chili di trasportare dei gravi che ne pesano 100”, osserva Troiano. “La raccomandazione fondamentale è eseguire una visita medica oculistica e una visita ortottica – conclude il primario -. Saranno esami che potranno verificare le condizioni anatomiche e funzionali dell’apparato visivo e correggere eventuali alterazioni. In questo modo si metterà il sistema visivo nella sua migliore condizione operativa”.
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