Moda sostenibile, si può dare di più. 10 consigli per fare acquisti in modo consapevole
Il fast fashion ha drasticamente abbassato le soglie della nostra attenzione. Davanti a un acquisto di poche decine di euro non sappiamo resistere e finiamo con il cedere anche se non siamo particolarmente convinti. Eppure non è stato sempre così. C’è stato un tempo – non troppo lontano -, in cui ogni singolo capo aveva un valore particolare. Gli abiti e gli accessori costavano di più e questo imponeva una maggiore riflessione pre-acquisto. Negli ultimi vent’anni le cose sono cambiate. Le grandi catene del low cost impongono ritmi serrati ai nostri guardaroba e si è perso il piacere di comprare un oggetto destinato a durare e a essere tramandato. Il mantra è sempre quello: cambiare, rinnovare, non ripetersi.
Eppure tutta questa frenesia ha un costo ben più alto dei dieci o venti euro che spendiamo per acquistare un top o una maglietta. Dietro a prezzi così bassi, infatti, ci sono inevitabilmente uno sfruttamento della manodopera e l’utilizzo di tessuti di bassa qualità. Senza poi considerare il danno che questa febbre da fast fashion sta procurando al nostro pianeta; per produrre un singolo paio di jeans, infatti, occorrono circa 9500 litri di acqua, a cui bisogna aggiungere gli additivi chimici e le acque di scarto. Il tutto va poi moltiplicato per due miliardi, ovvero il numero di pantaloni che vengono distribuiti ogni anno.
L’indagine Mani Tese: consumatori disattenti e poco interessati alla sostenibilità
Molto spesso, al momento dell’acquisto, gli unici fattori che vengono tenuti in considerazione sono il prezzo e la vestibilità del capo. Per farla ancora più semplice: se un abito è carino ed economico è molto probabile che io lo acquisti. Difficile che io rifletta sulla durata o sul perché di un costo così basso. Impressione confermata anche dal sondaggio realizzato dall’ong Mani Tese durante l’installazione interattiva “THE FASHION EXPERIENCE – la verità su quello che indossi”, realizzata in collaborazione con il Comune di Milano al fine di sensibilizzare su questi temi.
I risultati del sondaggio
L’indagine ha coinvolto più di 4000 visitatori (69% provenienti dalla Lombardia, 18% da altre regioni italiane, 13% dall’estero), a cui sono state poste delle domande sul tema. È emerso che il 56% dei consumatori si chiede poco o per nulla in che modo siano stati prodotti i capi. Si riscontra tuttavia un maggiore interesse per la provenienza, a cui pone attenzione il 60% del campione. Il 79% degli intervistati dichiara di non acquistare capi usati mentre, per quanto riguarda le motivazioni che spingono all’acquisto, solo il 35% chiama in causa la sostenibilità nel processo di produzione del capo. Gli altri scelgono un abito perché gli sta bene addosso (82%), perché è economico (56%) o perché è alla moda (47%).
Il decalogo Mani Tese per un acquisto consapevole
Molto lavoro c’è dunque da fare, su tutti i fronti: dall’acquisto dei capi usati, una buona pratica che merita maggiore diffusione, alla sensibilizzazione sulla provenienza e la creazione del prodotto. Per aiutarci a districarci in questo mondo invaso dal fast fashion, Mani Tese ha elaborato un decalogo: dieci semplici consigli per avvicinarci alla pratica del consumo consapevole. Eccoli qui:
1. Compra meno cose e indossale molto di più. Puoi farlo se acquisti capi di qualità e fatti per durare nel tempo.
2. Il tuo stile personale è come te: unico! Non devi per forza seguire le mode stagionali per esprimere la tua identità.
3. Evita l’acquisto d’impulso: nella maggioranza dei casi è destinato al fondo dell’armadio!
4. Impara a leggere le etichette e le certificazioni di qualità ambientale e sociale, sapendo che non potranno mai dire tutto del capo che stai per acquistare.
5. Informati sulle tue marche d’abbigliamento preferite e fai sapere loro che per te sostenibilità e trasparenza sono importanti.
6. Scegli tessuti in fibre naturali e, se proprio devi comprare tessuti sintetici, preferisci quelli ottenute dal riciclo di materiali plastici.
7. Evita lunghi spostamenti in auto da un negozio all’altro: muoviti a piedi o in bici per fare shopping oppure acquista on line in modo consapevole.
8. Scopri il fascino dei negozi vintage, dell’usato e delle nuove proposte del commercio equo e solidale.
9. Indossa capi re-fashion, rimodellando e rimodernando i tuoi vecchi capi.
10. Scegli se vuoi applicare uno o più di questi suggerimenti e ricorda che non esiste un modo unico di essere consumatori consapevoli. Proprio come non c’è un modo unico di vestirsi e di dare il proprio contributo affinché il mondo diventi un posto migliore.