La storia dei tormentoni  estivi affonda le proprie radici fino all’inizio della “musica commerciale” concepita come la intendiamo oggi. J-Ax e Jovanotti sono solo la punta di un iceberg composto da one hit wonder dimenticate e classici conclamati, resti immortali dal numero infinito di passaggi e utilizzi decontestualizzati. Film, spot, parodie e balli di gruppo, dagli anni ’90 ad oggi sono decine i brani a cui il tempo ha donato un’aura di nostalgia capace di imporli a livello transgenerazionale. I tormentoni estivi dell’ultimo decennio del Novecento hanno da tempo assunto una statura da classici; tra l’età dell’oro di Festivalbar, l’esplosione dell’Eurodance e del pop latinoamericano, c’è solo da scegliere tra il repertorio di pezzi usciti dai villaggi turistici e diventati patrimonio collettivo.

Ecco i dieci tormentoni che hanno segnato le estati degli anni novanta:

Snap! – Rythm is a Dancer (1992)
I tedeschi Snap segnano a modo loro lo strappo dal pop anni ’80 al culto dell’Eurodance, convertendo il mondo ad un’estetica tra l’house, il rave e la classifica. Successo istantaneo, una sorta di Big Bang.

Haddaway – “What Is Love” (1993)
Pezzo onnipresente in metà delle colonne sonore di film ambientati nel periodo. In scia ad un percorso ormai segnato, è uno dei campioni assoluti di un’estate ricchissima come quella del 1993.

Los Del Rio – “Macarena” (1993)
Due sono le correnti decisive del pop degli anni ’90, immortalato dal trionfo dell’era dei tormentoni. L’eurodance, e la musica latinoamericana. Tra balli di gruppo e villaggi vacanze, si impone tra il serio e il faceto un nuovo genere di musica: la Macarena ne resta un  portabandiera.

La Bouche – “Sweet Dreams” (1995)
Parlando di one hit wonder, Sweet Dreams è uno degli ultimi esempi di tormentone propriamente dance; una formula che presto passerà la mano alla canzone più orecchiabile e di impianto classico. Praticamente uno standard del genere.

Scatman John – “Scatman” (1995)
Facilmente, il pezzo più utilizzato dal mondo dell’audiovisivo tra i mille tormentoni da classifica del decennio. Impossibile non riconoscerlo ed impararlo dopo un solo ascolto, ancora più difficile vista la sovraesposizione infinita dello storico ritornello.

Corona – “The Rythm of The Night” (1995)
C’è anche un bel po’ di Italia, nel calderone dell’europop. A metà anni ’90 il panorama è principalmente tedesco-nord europeo: con i Corona, si spiana la strada ai ritmi che successivamente affermeranno gente come Gabry Ponte e gli Eiffel 65.

Aqua – “Barbie Girl” (1997)
Uno dei pochi brani ad aver superato lo status di classico pop, ed ad essere assurto a classico della canzone tout court. Merito di un’attenzione non banale a messaggio e messa in scena, elemento questo centralissimo nell’assai “visuale” collettivo danese.

Alexia – “Happy” (1997)
Prima della melodia, Alexia fu un’icona della dance più virata al pop. Colonna sonora delle estati d’oro del Festivalbar Mediaset se ce n’è una, nel 1997 la cantante piazzò ben due classici in un colpo solo: uno era Summer is Crazy, l’altro questo qua.

Miranda – “Vamos Alla Playa” (1999)
I balli latinoamericani escono dai villaggi vacanze ed entrano negli studi delle major, in un processo di contaminazione in atto ancora oggi. La francese Miranda è tra le prime ad intuire le potenzialità del connubio, e Vamos Alla Playa è un mito già dal titolo.

Lunapop – “50 Special” (1999)
Prima di tutti i Rovazzi, c’erano i Lunapop. Boy band calibrata e studiata al millimetro per sintetizzare in sé lo zeigeist totale dell’estetica pop di fine millennio, bruciò le classifiche in un solo anno solare con l’album-trionfo …Squerez? e salutò di buon grado un attimo dopo. Ad oggi, Cesare Cremonini ne è l’unico sopravvissuto artistico.

 

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