È morta Nadia Toffa, aveva 40 anni. Venerdì i funerali a Brescia
Alessia Ribezzi
A 40 anni si è spenta Nadia Toffa, volto storico della trasmissione “Le Iene”. A dare la notizia è stata proprio la redazione con un post su Twitter: “Ciao Nadia, niente sarà più come prima”.
Non ce l’ha fatta, la guerriera delle Iene, a vincere la sua lunga battaglia contro il cancro. Non aveva mai nascosto la sua malattia, raccontata dalla stessa conduttrice sui social, aveva fatto di quei post un simbolo di forza e tenacia per molti malati. Le sue condizioni erano peggiorate negli ultimi mesi e da inizio luglio era ricoverata in una clinica di Brescia, dove è morta questa mattina. La camera ardente sarà allestita al teatro Santa Chiara e i funerali saranno celebrati il 16 agosto nella cattedrale della sua città, Brescia.
Ora, vogliamo ricordarda come nel suo ultimo post su Instagram, era inizio luglio, prima del peggioramento della malattia: sorridente, come sempre, insieme al suo cagnolino Totò.
L’addio delle Iene:
“E forse ora qualcuno potrebbe pensare che hai perso, ma chi ha vissuto come te, NON PERDE MAI. Hai combattuto a testa alta, col sorriso, con dignità e sfoderando tutta la tua forza, fino all’ultimo, fino a oggi. D’altronde nella vita hai lottato sempre. Hai lottato anche quando sei arrivata da noi, e forse è per questo che ci hai conquistati da subito. È stato un colpo di fulmine con te, Toffa. È stato tanto facile piacersi, inevitabile innamorarsi, ed è proprio per questo che è così difficile lasciarsi” si legge sulla pagina Facebook de Le Iene.
“Il destino – prosegue il post della trasmissione Mediaset -, il karma, la sorte, la sfiga ha deciso di colpire proprio te, la NOSTRA Toffa, la più tosta di tutti, mentre qualcuno non credeva alla tua lotta, noi restavamo in silenzio e tu sorridevi. Sei riuscita a perdonare tutti, anche il fato, e forse anche il mostro contro cui hai combattuto senza sosta… il cancro, che fino a poco tempo fa tutti chiamavano timidamente “Il male incurabile” e che, anche grazie alla tua battaglia, adesso ha un nome proprio. Non bisogna vergognarsi di guardarlo in faccia e chiamarlo per nome il bastardo, – dicevi – che magari si spaventa un po’ se lo guardi fisso negli occhi”.
“E dato che sei stata in grado di perdonare l’imperdonabile – prosegue il post su Facebook -, cara Nadia, non ci resta che sperare con tutto il cuore che tu sia riuscita a perdonare anche noi, che non siamo stati in grado di aiutarti quanto avremmo voluto. Ed ecco le Iene che piangono la loro dolce guerriera, inermi davanti a tutto il dolore e alla consapevolezza che solo il tuo sorriso, Nadia, potrebbe consolarci, solo la tua energia e la tua forza potrebbero farci tornare a essere quelli di sempre. Niente per noi sarà più come prima.
La malattia:
Il primo malore nel 2017. Sui social network era sparita già da un po’. L’inviata delle Iene si trovava a Trieste quando ha perso i sensi per quello che allora era stato sottovalutato e definito, in un primo momento, “un malore”.
Erano seguite due settimane di ricovero in ospedale. Dopo qualche tempo, aveva raccontato l’episodio senza indugiare sull’aspetto tragico della vicenda, ma, semplicemente spiegando: «All’inizio ho pensato fosse successo un incidente perché sentivo un’ambulanza, ma dopo un po’ mi sono resa conto che forse sentivo la sirena un po’ troppo vicina. Quindi ho realizzato e mi sono detta: “Vuoi vedere che è la mia ambulanza?”».
Il ritorno in TV:
A un anno dell’episodo di Trieste, la conduttrice era tornata in TV. Nel febbraio del 2018, Nadia torna alla guida del programma che l’aveva resa un volto popolare . E lì, aveva scelto di raccontarsi. “Voglio condividere con voi quanto è successo” aveva spiegato la Toffa.
“Penso non ci sia assolutamente niente di cui vergognarsi, anzi. Ho solo perso qualche chilo, non mi vergogno neanche del fatto che sto indossando una parrucca, questi non sono i miei capelli. Non vi nascondo che ci sono stati momenti difficili. Quando vedi le prime ciocche di capelli che ti rimangono in mano è un momento molto forte. Mi è venuta in mente Gabriella, la bambina di Taranto che mi aveva raccontato di quanto avesse sofferto quando le erano caduti i capelli dopo che si era ammalata. Gabriella, ti ringrazio, perché ti ho pensato: se ce la fa uno scricciolo come te, allora ce la posso fare anch’io!».