Un anno fa il crollo del ponte Morandi: Genova ricorda le 43 vittime
Il 14 agosto 2018 alle 11:36 un boato ha scosso Genova. Il ponte Morandi si è spezzato portandosi via sogni e speranze di 43 persone. Oggi, un anno dopo, la città si ferma nel ricordo delle vittime e di una tragedia che ha commosso il mondo intero. “Stringiamoci insieme, sentiamoci comunità“, è l’appello del sindaco Marco Bucci, affinché sia un momento di condivisione, cordoglio, solidarietà e vicinanza in onore dei morti e di tutti coloro che per quella tragedia hanno e stanno soffrendo.
“Invito tutti i cittadini genovesi a partecipare alla cerimonia in memoria delle vittime di ponte Morandi – scrive Bucci -. A chi non potrà intervenire chiedo comunque di osservare un momento di raccoglimento alle 11:36, in qualsiasi posto si trovi. Stringiamoci idealmente insieme per ricordare le persone che hanno perso la vita in quel tragico evento e per sentirci ancora una volta comunità unita, come abbiamo dimostrato in questo anno trascorso“.
La commemorazione delle vittime
La cerimonia si svolgerà in un capannone. Un luogo simbolico che unisce il ricordo della tragedia e la speranza per il futuro, perché proprio lì sta nascendo il primo pilone del nuovo viadotto pensato dall’architetto Renzo Piano come la chiglia di una nave. Alle 10 inizierà la messa celebrata dall’arcivescovo di Genova, il cardinale Angelo Bagnasco. Presenti il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, i rappresentanti del governo e dei familiari delle vittime.
Alle 11:36, momento in cui il ponte crollò, ci sarà il minuto di raccoglimento. Sarà accompagnato dal suono delle campane a lutto e dal sibilo delle sirene di tutte le navi in porto. Per far partecipare i cittadini alla commemorazione, visto che non era possibile aprire il capannone, il Comune ha piazzato due maxischermi nella zona nord e sud della vicino via 30 Giugno e ha potenziato il servizio di trasporto pubblico per raggiungere la zona.
I parenti delle vittime contro Autostrade
I familiari delle vittime hanno annunciato che esprimeranno il loro “dissenso per il fatto che Autostrade continui ad avere le concessioni sulla gestione della rete”. “Chiediamo giustizia, come dovrebbero chiedere tutti gli italiani, perché cose del genere non avvengano mai più e le nostre vittime non siano morte invano”, dice Egle Possetti, la presidente del comitato. Gli sfollati del ponte Morandi, invece, hanno deciso portare avanti il loro rito collettivo, come fanno da 11 mesi: corteo verso il Polcevera, lancio di 43 rose bianche nel torrente e 43 rintocchi di campana tibetana.
Una tragedia che si poteva evitare
Secondo un dossier presentato dal Jet Propulsion Laboratory di Pasadena si dimostra come la struttura abbia iniziato a deformarsi quattro anni prima del cedimento e che negli ultimi mesi prima del crollo le deformazioni siano aumentate. Una causa che sarebbe prevalentemente geologico-strutturale. “Lo studio, al quale ha partecipato anche un geologo italiano del ministero dell’Ambiente pone il dubbio che la tragedia, forse, si sarebbe potuta evitare” afferma Domenico Angelone, tesoriere del Consiglio Nazionale dei Geologi.
Un terreno morfologicamente fragile dal momento che, tra il marzo 2017 e agosto 2018, aveva già subito delle deformazioni strutturali per motivazioni legate al sottosuolo, in particolare sotto alla pila che poi è crollata, la numero 9. Oggi è possibile sapere che la struttura del viadotto fosse fragile, ma non si può dire con certezza se il disastro si sarebbe potuto evitare.