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Non si apre il paracadute: base jumper precipita per 200 metri

È stato un volo di 200 metri a spezzare la vita e i sogni di una base jumper di 30 anni. Per Josefin Elin Sando, di nazionalità svedese, quello di oggi, a Riva del Garda, è stato l’ultimo lancio nel vuoto. La donna era giunta nella località turistica sulla sponda nord del Lago di Garda, versante Trentino, per lanciarsi con il paracadute, insieme al marito, dalle pareti rocciose che si affacciano sul Lago.

L’ultimo lancio nel vuoto

Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, Josefin Elin Sando, base jumper svedese, è morta oggi a Riva del Garda, in provincia di Trento. Secondo le prime ricostruzioni dell’accaduto, la era arrivata con il marito per effettuare un aserie di lanci con il paracadute, ma qualcosa va storto. Il paracadute dell’uomo si apre regolarmente, mentre quello di Josefin no. La donna precipita per 200 metri sotto gli occhi del marito. Durante la caduta, fatale è stato l’impatto contro le rocce, e poi lo schianto a terra.

Photo credits: Facebook

Tragedia nella patria dei base jumper

La tragedia è accaduta alle prime luci del giorno di Ferragosto sulle montagne del Trentino dove, la 30enne svedese, è morta dopo aver impattato violentemente contro la roccia. L’incidente si è verificato attorno alle 7 sul monte Brento, patria dei base jumper che sovrasta gli abitati di Pietramurata e Dro nella zona di Arco, in provincia di Trento. Il Becco d’Aquila, nei pressi del lago di Garda, attira appassionati del base jumping da tutto il mondo. Negli ultimi anni è stato luogo di numerosi incidenti mortali.

La giovane donna avrebbe sbattuto  contro le rocce, in un primo momento, e poi sarebbe precipitata per circa 200 metri. Il corpo senza vita è stato poi recuperato. Josefin Elin Sando era originaria della contea di Stoccolma, lavorava all’Accademia delle scienze ingegneristiche, la più antica accademia di scienze ingegneristiche del mondo.

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