Non si arresta la morìa continua dei delfini sulle coste italiane, in particolar modo quelle del Tirreno. L’ennesimo delfino è morto a Ostia, non lontano da Roma, nel fine settimana appena trascorso. Il tursiope era senza vita sugli scogli. La onlus Oceanomare Delphis ha reso noto il ritrovamento. E ha pubblicato la foto che vedete in alto: ritrae l’animale ormai morto.
Gli istituti zooprofilattici di Lazio e Toscana interverranno adesso per comprendere le cause del decesso del delfino. Tuttavia gli esperti tengono presente che negli ultimi mesi sono stati numerosi gli spiaggiamenti nel nord Tirreno. “Il principale fattore fra le cause di morte è il morbillivirus“, il “morbillo dei cetacei“.
“È importante che nessuno tocchi o si avvicini all’animale fino al momento dell’arrivo degli esperti”, avverte su Facebook l’associazione. Si tratta della stessa onlus che cura il progetto dei “Delfini Capitolini”. Un’iniziativa di ricerca e monitoraggio dei cetacei del litorale romano, tra Ostia, Fiumicino e Torvaianica. Oceanomare Delphis sottolinea che gli animali possono trasmettere agenti patogeni all’uomo.
Qualche giorno fa, alla vigilia di Ferragosto, l’agenzia di stampa Ansa ha pubblicato online un articolo sui risultati delle analisi che i sanitari hanno svolto in Toscana per casi precedenti. Il mobillivirus dei cetacei appare la vera e propria principale causa dei decessi. In Toscana sono almeno 40 gli esemplari morti da inizio 2019.
Le analisi hanno evidenziato anche la presenza di insetticidi in mare. Sostanze che potrebbero aver contribuito al diffondersi del “morbillo dei cetacei”, che è letale. Il referto, sottoscritto da tecnici del dipartimento di scienze fisiche terra e ambiente dell’Università di Siena, dell’Istituto zooprofilattico sperimentale per le Regioni Lazio e di Arpat, annuncia poi ulteriori indagini. Si tratta di stabilire eventuali correlazioni tra il fenomeno in corso e i precedenti analoghi. Tutti avvenuti nel Santuario dei Cetacei nel 2013 e nel 2016. Il lavoro sarà portato avanti in collaborazione con il Centro di referenza nazionale per la diagnosi dei Mammiferi marini spiaggiati (Credima). Una struttura che sta analizzando i casi di altri delfini spiaggiati in Liguria.
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