Il global warming – in italiano il riscaldamento globale, o surriscaldamento climatico – non è un argomento accademico per scienziati in vena di catastrofismo. È un fenomeno che tutti possiamo misurare nella vita di ogni giorno. Una realtà dovuta al costante aumento da un secolo a questa parte dei gas serra come l’anidride carbonica. Aumento in buona parte generato dalle attività umane.
GLI “EVENTI ESTREMI” AUMENTANO
Le conseguenze le vediamo e le viviamo. Ci stiamo purtroppo abituando a sempre meno rare bombe d’acqua, tempeste di fulmini, mini uragani, siccità estive e invernali, temperature torride, sempre più forti escursioni termiche. I cosiddetti “eventi estremi” del clima toccano direttamente, da tempo, anche l’Italia. E, in qualche modo, nella vita di ogni giorno, tutti possiamo farcene carico mettendo in atto buone pratiche per tentare di arrestare un fenomeno in crescita. Come, ad esempio, adoperare mezzi di trasporto meno inquinanti possibile, o contenere ogni attività che brucia energia a cominciare, banalmente, dal farsi meno docce calde.
GLI EFFETTI SI VEDONO ANCHE DALLO SPAZIO
L’allarme sul global warming e i suoi effetti si è particolarmente rafforzato nel corso dell’estate 2019. Il 30 luglio, in diretta dallo Spazio, l’astronauta Luca Parmitano ha dichiarato: “C’è stato un peggioramento causato dal riscaldamento globale del pianeta Terra. Dalla Stazione Spaziale ne noti i dettagli e i risultati scientifici lo confermano. Deserti che avanzano, ghiacci che si sciolgono… È un problema cui va posto rimedio quanto prima. E chi guida le nostre nazioni deve fare di tutto se non per invertire questa situazione, quanto meno per rallentarla“. Una settimana più tardi le Nazioni Unite hanno presentato il rapporto “Cambiamento climatico e territorio” del comitato scientifico dell’Onu sul clima, l’Ipcc.
PIÙ NUBIFRAGI E SICCITÀ
Il riscaldamento globale causato in buona parte dall’uomo – sostengono i ricercatori delle Nazioni Unite – farà aumentare la siccità e le piogge estreme in tutto il mondo. Questo pregiudicherà la produzione agricola e la sicurezza delle forniture alimentari.
PIÙ POVERTÀ, GUERRE, MIGRAZIONI
A pagarne le conseguenze saranno soprattutto le popolazioni più povere di Africa e Asia. Come? Con un aumento delle guerre e, di conseguenza, delle emigrazioni di massa verso il mondo ricco e non solo.
PIÙ DESERTI, MENO ACQUA
Il Mediterraneo è ad alto rischio di desertificazione e incendi. L’Ipcc nell’ottobre del 2018 ha pubblicato il famoso rapporto sul clima nel quale si avvertiva che, se il mondo non riduce subito l’emissione dei gas serra, già nel 2030 il riscaldamento globale potrebbe superare la soglia di +1,5 gradi dai livelli pre-industriali. I ricercatori valutano come “alti” i rischi da scarsità d’acqua, incendi, degrado del permafrost e instabilità nella fornitura di cibo. Con l’aumento delle temperature, la frequenza, l’intensità e la durata degli eventi legati al caldo, comprese le ondate di calore, continueranno a crescere.
Photo credits: Twitter