La rabbia femminile cambierà il mondo. Un libro ci spiega perché
Le donne sono arrabbiate. E hanno tante buone ragioni per esserlo. Ce le racconta per filo e per segno – con dati, esempi, fatti di cronaca, studi – la giornalista e attivista americana Soraya Chemaly, esperta di questioni di genere. Il suo nuovo lavoro si chiama “La rabbia ti fa bella” (HarperCollins) e sviscera in maniera approfondita la questione, senza lasciare nulla al caso. Il risultato è un libro potente e ricco di informazioni, un viaggio che ci cambia e ci porta all’interno dei meandri di quest’emozione così diffusa e al tempo stesso così negata: la rabbia.
La rabbia ti fa bella, Soraya Chemaly (edizioni HarperCollins)
La rabbia può davvero farci del bene?
Soraya Chemaly va dritta al punto e scrive: ci hanno insegnato a chiedere scusa, a lasciar correre, a essere sempre educate. Ci hanno detto: “Sorridi che sei più bella”. Oppure: “Quando ti arrabbi sei brutta”. Ce lo hanno ripetuto così tante volte che abbiamo finito per crederci. Ora, però, è tempo di cambiare le carte in tavola. Nel suo saggio l’autrice prova a rispondere a una domanda fondamentale: la rabbia è davvero così sbagliata? È giusto tenerla sempre a freno? Assolutamente no.
Rivalutiamola, spiega, restituiamole la sua dignità di emozione, senza per forza darle una carica negativa. Non releghiamola più a un sentimento da sfogare solo nei momenti peggiori, solo quando il nervosismo è arrivato al culmine. C’è equilibrio anche nella rabbia e soprattutto ci sono tante ragioni per essere arrabbiate, ancora oggi. Le donne devono purtroppo fare i conti con un numero spaventoso di violenze e con un mondo ancora profondamente maschilista. Un mondo dove non sempre è possibile camminare per strada serenamente o rifiutare un uomo senza che questo abbia strascichi di alcun tipo.
Che fare di tutta questa rabbia?
Nel corso della storia le donne hanno spesso negato la loro rabbia, l’hanno relegata a sentimento “sbagliato”, di serie b. Ora, però, è arrivato il tempo di cambiare. Soraya Chemaly si rivolge in primis alle donne, a cui lancia un prezioso guanto di sfida: non abbiate paura di far sentire la vostra voce, che sia per chiedere un aumento, per denunciare una molestia sul lavoro o per lasciare un uomo che non vi rispetta abbastanza.
La rabbia, se gestita in modo intelligente, non annebbia, non distrugge legami – anzi, forse li rafforza -, è un potente strumento di forza e indipendenza. Ma come sfruttarlo nel modo giusto? L’autrice suggerisce di sviluppare una “competenza della rabbia”, in modo da imparare ad ascoltarla e a rispettarla, al pari di ogni altra emozione. È dunque arrivato il momento di bandire le repressioni e di lasciare spazio a una maggiore consapevolezza: in alcuni casi, infatti, la rabbia può rivelarsi un’ottima alleata, anche per l’autostima. Darle voce è un modo per arrivare a dire: “Quel che provo, penso e dico conta”.