Papa Francesco affronta di petto le critiche che lo investono in pieno, dagli ambienti conservatori, su diversi aspetti cruciali del suo pontificato. “Per me è un onore se mi attaccano gli americani” è il sorprendente commento del papa al volume Come l’America vuole cambiare il Papa, scritto dal vaticanista del giornale francese La Croix Nicolas Senèze.

La frase è stata detta a bordo dell’aereo che lo ha portato in Mozambico il 4 settembre, prima tappa del suo viaggio apostolico in Africa che lo vedrà anche in Madagascar e alle isole Mauritius. Il libro è stato donato al Papa direttamente dal giornalista, riferisce Vatican News. Il portavoce vaticano Matteo Bruni ha poi spiegato che “in un contesto informale, il Papa ha voluto dire che considera sempre un onore le critiche, particolarmente quando vengono da pensatori autorevoli e, in questo caso, di una nazione importante”.

Il libro, spiega l’Ap, esamina il punto di vista dei detrattori di Francesco, i conservatori cattolici degli Stati Uniti. I quali detestano la sensibilità del pontefice nei confronti dei migranti, le aperture alla Cina, la denuncia verso gli eccessi del capitalismo. Oltre all’attenzione alle tematiche ambientali. Alcuni sono arrivati al punto di accusare Papa Francesco di eresia. Tra i nemici giurati del Papa figurano il cardinale Raymond Burke e l’ex consigliere della Casa Bianca Steve Bannon.

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“Cacciare il Papa”. Ecco chi trama nell’ombra contro Francesco

(articolo del 20 agosto 2019) Dopo sei anni abbondanti di pontificato Papa Francesco appare accerchiato da un numero sempre più vasto di nemici. Interni ed esterni alla Chiesa cattolica. In Francia, sottolinea sul Messaggero Franca Giansoldati, un saggio appena pubblicato squarcia il velo sulla guerra in corso a livello planetario contro il successore di Benedetto XVI.

Nicolas Senéze, giornalista del quotidiano cattolico La Croix, titola il suo scritto così: “Come l’America vuole cambiare Papa” (Edition Bayard). Una cronaca che inizia con gli attacchi frontali a Bergoglio esattamente un anno fa, alla fine di agosto. Fu l’ex nunzio a Washington, Carlo Maria Viganò, a chiedere al Papa risposte su vicende interne alla Chiesa in merito ai dossier sulla pedofilia di alcuni sacerdoti e cardinali. Viganò domandava apertamente le dimissioni del Papa.

Secondo l’analisi di Senéze ripresa dal Messaggero, se Viganò era uscito allo scoperto erano in realtà parecchi, e nascosti, i centri di potere dietro di lui. In primo luogo collegabili a Steve Bannon, l’ideologo di destra amico del presidente Donald Trump. Non basta, però.

È proprio dall’America del Sud, la patria del pontefice, che è arrivato, in un secondo momento, un alleato del fronte anti Bergoglio: il neo presidente del Brasile, Jair Bolsonaro. Nella stessa Italia, dove ha sede il Papa, in Vaticano, la rete sovranista di Matteo Salvini può essere definita “fiancheggiatrice” di tutti i circoli conservatori che vedono Francesco come il fumo negli occhi. Non mancano stimati e autorevoli intellettuali e giornalisti che ingaggiano apertamente battaglia contro il papa argentino, come Antonio Socci o Marcello Veneziani.

Ma perché tutti questi nemici? Il cardinale tedesco Walter Kasper – fra i grandi elettori di Francesco nel 2013 -, ha spiegato alcune cose in questi mesi. Questioni che, evidentemente, il pontefice ha ben presenti davanti a sé. “Ci sono persone – ha dichiarato Kasper – che semplicemente non amano questo pontificato. Vogliono che finisca il prima possibile per avere quindi, per così dire, un nuovo conclave. Vogliono anche che vada in loro favore, che abbia un risultato che si adatti alle loro idee”.

Le ragioni risalirebbero, in modo particolare, ai due documenti rivoluzionari del Papa. L’esortazione apostolica Evangelii Gaudium e l’enciclica Laudato Si’. Nell’esortazione Francesco critica la teoria della ricaduta favorevole del libero mercato. Non è vero, sostiene il Papa, che il profitto degli pochi ha benefiche conseguenze sui molti. Anzi, il contrario: in questo modo si creano masse di esclusi. Nell’enciclica sull’ambiente il pontefice preconizza una rivoluzione dal basso in termini di comportamenti etici, di fine del consumismo, di salvaguardia della Terra tramite un robusto cambiamento degli stili di vita di tutti. Teorie, propositi e proposte concrete che mettono in subbuglio le lobby dell’industria, della finanza e delle multinazionali.