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Felici? No, meglio contenti! Le 5 regole per vivere al massimo delle proprie possibilità

La società occidentale sembra impegnata in una costante corsa alla felicità. I manuali di self-help occupano spazi sempre più importanti nelle librerie, sintomo inequivocabile di un’insoddisfazione che vuole trovare delle risposte. La felicità, però, è un attimo; tutt’al più tanti attimi che si sommano, ma che sono destinati a finire. Insomma: è un fuoco di paglia. Il monito arriva dalla giornalista tedesca Christina Berndt, esperta di divulgazione scientifica, che nel suo libro “La scienza della contentezza” (Universale Economica Feltrinelli) avverte: questa eterna ricerca della felicità ci rende sempre più infelici. Allora, che fare? Accontentarsi di quello che si ha? Arrendersi all’irrequietezza che spesso accompagna le nostre giornate? Non proprio. Il trucco, infatti, sta nel puntare sulla contentezza, sentimento ben più stabile e duraturo e che, con i giusti accorgimenti, può essere sviluppato per tutta la vita.

Felici? No, contenti!

Se la ricerca della felicità spinge ad alzare l’asticella sempre più verso l’alto, la contentezza ci permette di vivere in modo soddisfacente, godendo di quello che abbiamo nel presente e puntando su degli obiettivi raggiungibili. Non si tratta quindi di rinunciare alle proprie ambizioni o di soccombere di fronte alle responsabilità, tutt’altro. La crescita personale deve restare uno dei motori della nostra esistenza, ma sempre restando nell’ambito del possibile.

Insomma, sognare va bene, ma l’importante è che i sogni siano realizzabili e alla nostra portata. Il rischio, altrimenti, è quello di farsi male. Ma quali sono le qualità su cui puntare per raggiungere un buon livello di contentezza? Gli studi in materia ci dicono che in primis ci sono la fiducia, l’entusiasmo (il dinamismo) e la capacità di creare legami profondi con gli altri. Cosa fare però se non si è particolarmente dotati in questo senso? La Berndt spiega che il vecchio adagio “chi nasce tondo, muore quadrato” non è veritiero. Le ultime ricerche, infatti, ci dicono che la personalità non è affatto così stabile come ipotizzato dalla scienza in precedenza e che può essere modificata nel corso di tutta la vita.

Quali sono i segreti della contentezza?

Una volta spiegata la teoria, è ora di passare alla pratica. Come sviluppare la contentezza nella vita di tutti i giorni? Ecco cinque consigli per vivere al massimo delle proprie possibilità e non cadere in facili trappole.

  1. Essere curiosi. La scrittrice invita i lettori a uscire di tanto in tanto dalla propria comfort zone. Prendete sempre lo stesso piatto alla mensa aziendale e vi ritrovate a invidiare le scelte alimentari dei vostri colleghi? Forse è tempo di cambiare le vostre abitudini e di provare qualcosa di nuovo. Per quanto sia importante conoscere i propri gusti, lo è anche buttarsi in situazioni che inizialmente possono metterci a disagio o farci sentire insicuri, ma che nel lungo termine possono farci scoprire qualcosa di nuovo sulla nostra personalità
  2. La speranza. Christina Berndt invita a non rinunciare al cambiamento e al miglioramento personale, sempre ponendoci degli obiettivi realistici che, una volta raggiunti, si rivelano un vero e proprio boost per l’autostima. Senza speranza tutto questo non sarebbe possibile.
  3. Essere altruisti. Il mondo di oggi ci spinge a essere sempre più individualisti e questo si può trasformare in un’arma a doppio taglio. Di tanto in tanto, invece, è importante aiutare gli altri e concentrarsi su di loro. In questo modo si riescono anche a ridimensionare i proprio problemi o perlomeno a guardarli con occhi diversi e più lucidi.
  4. Ridurre il paradox of choice. Siamo sommersi dalle scelte e per quanto questo – a un primo impatto – possa sembrare una fortuna, il rischio è quello di lasciarsi sopraffare. D’altronde avere tante possibilità diverse ci spinge a chiederci di continuo se non sarebbe stato meglio fare una scelta differente.
  5. I soldi non fanno la felicità. Studi scientifici e ricerche sociali ci dicono che, una volta raggiunta una certa sicurezza economica, avere sempre più denaro non equivale a essere più contenti. Anzi, investire troppo tempo nel lavoro al solo scopo di guadagnare di più è una mossa perdente, perché ci distrae dalle cose che più contano nella vita (gli affetti, le relazioni sociali, la condivisione).

 

La scienza della contentezza, Christina Berndt (Universale Economica Feltrinelli)

 

 

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