Il “Doodle” di Google celebra oggi 9 settembre una donna sconosciuta a molti, in occasione dei 90 anni dalla nascita. È Ruth Pfau, una suora medico tedesca. È nota come la “Madre Teresa pachistana” per la sua instancabile lotta contro la lebbra.

La religiosa è morta due anni fa in Pakistan, il 10 agosto 2017, all’età di 87 anni. Ha fondato, assieme ad altre persone, il Centro per lebbrosi Marie Adelaide, e ha contribuito fortemente con la sua opera a ciò che avvenne nel 1996. In quell’anno, infatti, l’Organizzazione mondiale della Sanità (Nazioni Unite) proclamò il Pakistan “Paese libero dalla lebbra”.

Suor Ruth Pfau fu mandata in Pakistan nel 1960 dalla superiora delle Sorelle francescane del Cuore di Gesù e Maria Immacolata. Il suo compito era quello di coordinare un servizio medico per gli studenti pachistani. Dopo essersi resa conto della gravità della lebbra in quel paese, decise di non rientrare in Germania. E di continuare il suo lavoro vicino alle persone sofferenti per questa malattia infettiva e cronica.

In un’intervista al quotidiano cattolico italiano Avvenire, suor Ruth raccontò che a spingerla a intraprendere la sua battaglia fu la vista di un giovane paziente afgano. L’uomo gattonava usando mani e piedi, e si comportava come fosse normale che un essere umano strisciasse a quel modo. Nella melma e nel fango. “Alcuni malati“, spiegò nell’intervista, “venivano addirittura spinti nel deserto in modo che gli animali selvaggi li eliminassero“.

Decise dunque di fondare a Karachi il Centro Marie Adelaide, all’inizio per curare soltanto i malati lebbra, successivamente per avviare programmi di prevenzione della tubercolosi. Cominciarono ad arrivare malati da tutto il Pakistan e anche dell’Afghanistan. Fu chiamata da allora la “Madre Teresa del Pakistan”. Per la sua attività e per i tratti del suo viso che a molti ricordavano la santa di Calcutta.

Grazie alla sua determinazione e ai suoi studi in medicina, ha coordinato l’attività di centinaia di ospedali in tutto il Pakistan. Per i quali ha formato nuovi dottori e ottenuto donazioni da tutto il mondo. Ma si è occupata anche di aspetti sociali legati al recupero delle persone guarite. Nel 1979 Il governo di Karachi la nominò Consigliere del ministero della Sanità del benessere sociale. Nel 1988 ottenne la nazionalità pakistana. Dopo la sua morte, avvenuta a Karachi il 10 agosto 2017, il governo ha organizzato per lei i funerali di Stato. Cosa mai accaduta fino ad allora per una donna.

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