Carcere a vita per Vincenzo Paduano, il giovane che nel 2016 a Roma uccise e poi dette alle fiamme l’ex fidanzata Sara Di Pietrantonio, 22 anni. Lo hanno deciso i giudici della Corte d’Appello, oggi 12 settembre. La Corte di Cassazione aveva disposto, nell’aprile scorso, un nuovo processo di secondo grado. Ciò perché i magistrati avevano ritenuto il reato di stalking non assorbito da quello di omicidio.
Cosa che invece i giudici avevano fatto nel corso del primo processo d’Appello conclusosi con una condanna a 30 anni. In primo grado, invece, a Paduano erano stato comminato l’ergastolo.
Il 29 maggio del 2016 in via della Magliana a Roma si consumò l’orrore. “Sara non ce la riporta più nessuno, nemmeno dieci ergastoli”, afferma oggi Concetta Raccuglia, mamma di Sara, commentando la condanna all’ergastolo per Paduano.
“Spero che tutto questo dolore possa servire ad altre ragazze, altre donne che si trovano in questa difficile situazione dello stalking psicologico. La Corte ha fatto oggi qualcosa per gli altri, è stato riconosciuto lo stalking come reato autonomo dall’omicidio e punito in presenza di una violenza invisibile”, ha concluso la donna lasciando il tribunale di Roma.
Secondo la ricostruzione dei fatti operata in sede processuale di primo grado, il Paduano perseguitava Sara Di Pietrantonio. Si era recato diverse volte sotto casa di lei. Ma anche sotto quella del nuovo fidanzato della studentessa, all’indirizzo di un’amica di Sara e ancora fuori dalla palestra. E dall’Università frequentata dalla ragazza. Il 29 maggio 2016 in un tratto di via della Magliana, strada periferica di Roma, buio e isolato, Vincenzo Paduano si apposta con la sua auto. Quando passa Sara a bordo della sua Toyota Aygo, la sperona, la fa scendere dalla macchina, una breve discussione, poi la strangola. E infine cerca di disfarsi del cadavere dandole fuoco con una tanica di benzina che aveva acquistato qualche giorno prima.
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