La realtà virtuale sulla quale molte aziende high-tech investono sempre più massicciamente è quella della pornografia. Ma non solo. Dagli Stati Uniti arrivano adesso i sexbot, i robot per fare sesso. Attenzione, non si tratta di una nuova frontiera della “trasgressione” o del “proibito”. Più semplicemente, e anche più brutalmente, si tratta di umanoidi di ultima generazione, una sorta di replicanti, sempre più simili a donne e uomini in carne e ossa.
Peccato siano soltanto dei robot, non certo delle persone umane. D’altro canto per tanti uomini sembra preferibile fare l’amore con un oggetto invece che con una donna. E, ovviamente, molte industrie ci investono su, intravedendo la possibilità di lucrare lauti profitti. Tutto sta nel fare in modo che tali robot si scostino il meno possibile dal vero.
Non solo automi per svolgere compiti pesanti e ripetitivi, quindi. O per pulire la casa, fare servizi domestici, sostituire gli esseri umani in catena di montaggio o al Fast food. Stanno arrivando anche i robot da letto. L’intelligenza artificiale e i software di cui saranno dotati questi robot consentiranno a queste macchine di interagire con le persone.
Cosa potranno fare? Per esempio ricevere e rispondere a stimoli vocali, visivi o tattili, e sostenendo semplici, ma audaci, conversazioni. Come scrive Stefano Casini sul Corriere.it, sapranno riconoscere l’interlocutore, ne comprenderanno lo stato d’animo e impareranno a conoscerne gusti e preferenze. Insomma, un quasi vero, o una quasi vera, partner in grado di simulare un’ottima affinità. Ma, naturalmente, niente a che vedere con un uomo o con una donna in carne e ossa, umani, sensibili e capaci di amare.
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