Cinema

Emmy Awards, i vincitori dell’edizione 2019: l’addio dolceamaro di “Game of Thrones”

Gli Emmy Awards 2019 – giunti alla loro 71esima edizione – ci hanno regalato molte più sorprese del previsto. Una su tutte: l’addio dolceamaro di “Game of Thrones”. La serie dal successo planetario, giunta alla sua ultima stagione nel 2019, aveva raccolto un numero record di candidature: 32. Candidature che si sono poi tradotte nel premio più importante – quello per la Miglior Serie Drammatica -, riconoscimento vinto per la quarta volta consecutiva. Sul fronte degli attori, però, è arrivata qualche delusione. L’unico ad aggiudicarsi la statuetta, infatti, è stato Peter Dinklage, come miglior attore non protagonista, anche lui premiato per la quarta volta.

Emmy Awards 2019, gli attori premiati

Sul fronte dei migliori attori protagonisti “Game of Thrones” ha dovuto cedere il passo ad altre serie televisive. Ad aggiudicarsi il premio nella categoria maschile degli Emmy Awards 2019 è infatti stato Billy Porter di “Pose”, mentre quello femminile è andato a Jodie Comer di “Killing Eve”. A bocca asciutta, dunque, sono rimasti sia Emilia Clarke che Kit Harington, celebri protagonisti della serie “Game of Thrones”.

Emmy Awards 2019, “Fleabag” è la regina delle commedie

Sul fronte delle commedie c’era grande aspettativa per la serie “Veep”, che nelle scorse edizioni aveva già raccimolato un bel numero di trofei. L’ultima stagione, invece, sembra essere passata inosservata e non è stata premiata in nessuna delle categorie previste. A sbaragliare la concorrenza ci ha pensato “Fleabag”, che ha vinto come miglior serie comica e anche come miglior attrice con Phoebe Waller-Bridge, che è anche la creatrice della serie. Un vero e proprio trionfo. Le riconferme arrivano anche per “The Marvelous Mrs Maisel”, con protagonista Rachel Brosnahan, che si è portata a casa ben otto statuette, tra cui quelle agli attori Alex Borstein e Tony Shalhoub. Sul fronte delle miniserie, grande successo per “Chernobyl”, che si portata a casa 10 statuette, e per “When They See Us”.

 

 

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