C’è qualcosa di molto speciale nel rendere straordinarie cose note e più ordinarie, come una camicia bianca ad esempio, un bomber di pelle nero o un trench color carne. Capi che molte persone hanno nel guardaroba e che spesso cadenzano il ritmo del vestire quotidiano. Ed è lì che si spinge la mano di Pierpaolo Piccioli, direttore creativo Valentino, con la sua nuova collezione di prêt-à-porter femminile per la prossima estate, presentata a Parigi in una tensostruttura allestita sotto la cupola dorata des Invalides, ai piedi di Napoleone Bonaparte.

Una collezione che procede per sottrazione, togliendo peso ai tessuti per concentrarsi sulle forme e sui volumi dei capi, perché possano prendano la personalità di chi li indossa, nel segno dell’individualità e dell’inclusività, valori cari al lessico di Piccioli e ispirati dalla couture da sempre nel dna di Casa Valentino.

L’inizio dello show è tutto in bianco con abiti chemisier in popeline in cotone, la parte finale mossa da un gioco di pieghe, la vita segnata da un doppio giro di cintura cordone in pelle, sandali piatti di francescana sobrietà accanto a sorprendenti gioielli dorati, collier con coccodrilli alati e lunghi orecchini pendenti a disegno di drago. Massima concentrazione sul monocromo, sulle orme della grisaglia, la tecnica pittorica nei toni del grigio e bianco, usata nel 1500 per affreschi e miniature e che aveva in Andrea Mantegna il suo grande maestro.

Poi pian piano gli abiti in scena prendono colore, le stampe di giungle fantastiche con scimmie e pantere, tramonti e foreste immaginarie che citano Rousseau e riprendono i colori a Matisse e Gauguin, si fondono sullo stesso capo con la luminosità e la liquidità delle paillettes, entra il flash di colori pieni come il fucsia per completi dalla giacca sartoriale di foggia maschile su bermuda morbidi e bluse di organza chiuse al collo da  vaporosi fiocchi.

80 uscite in un crescendo narrativo, l’urgenza della couture che spinge i little black dress, la sottoveste in pizzo saldato che si unisce alla camicia bianca e al bomber in pelle, i volumi orgogliosi delle maniche. Colore anche sulle nuove borse “Super V” caratterizzate dal maxi logo in metallo dorato e sulle Rockstud Spike “Fluo Bag”, un vero best seller della casa, oggi in variante fluorescente.

Pierpaolo Piccioli: il senso della couture

“Desideravo rendere più fantastico quello che viviamo tutti i giorni, che a volte tanto fantastico non è”, dice Pierpaolo Piccioli, dal 2008 direttore creativo Valentino. “Volevo creare una prospettiva nuova su cose note, come una camicia bianca riletta da tagli sapienti e lavorazioni pur mantenendo la sua semplicità. Secondo me il senso della couture, che è uno dei valori portanti in Valentino, non è legato soltanto alla tecnica dei ricami e alla preziosità dei materiali ma all’ umanità che c’è dietro al talento di tagliare i capi in un certo modo. Per cui anche un tessuto come il più semplice cotone bianco, la t-shirt bianca, può diventare fantastica attraverso tagli e lavorazioni nuove e conservando la propria dignità”.

In passerella giovani ragazze, alcune alla loro prima sfilata, che si svolge sotto gli occhi di una super top model esperta come Naomi Campbell, ospite d’onore dello show insieme a Giancarlo Giammetti, storico compagno e socio di Valentino Garavani.

Pierpaolo Piccioli: “Questa è la mia libertà”

“Non volevo una bellezza che fosse unica, sono ragazze molto diverse tra di loro che mantengono la loro personalità anche attraverso trucco e acconciature”, spiega Piccioli. “Ognuna di loro ha un proprio look e anche il make-up è diverso da ragazza e ragazza, desidero che mettano in luce personalità e individualità proprio come gli abiti che indossano. Io faccio un lavoro creativo e ci tengo a farlo in questo modo. Credo davvero che la moda sia quello che diceva Diana Vreeland: non dare agli altri quello che vogliono ma far che gli altri vogliano quello che tu dai loro’. Per me è un processo creativo e libero, pensavo fosse giusto dopo tutta questa grande rilevanza che la couture ha avuto in questi ultimi anni mettere dei tasselli precisi su che cosa sia la couture, ma con un pensiero dietro e lasciando che fluisca in modo libero. Perché anche questa è la mia libertà, fare questo lavoro nella maniera più creativa possibile senza sottostare a nessuna regola”.    

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