Le BLACK SHEEPS nascono nel 2009 dall’incontro tra Claudia Carletti e Ilaria Pileri. Dopo anni di cover in giro per i locali del centro Italia decidono, nel settembre 2017, di darsi una nuova veste sia nell’immagine che nella musica, grazie anche alla realizzazione del primo inedito “Contromano nel Cielo” vincitore del contest “Sanremo doc 2018”.
Scrivere e comporre diventa così un’esigenza per comunicare ed arrivare dritti al cuore delle persone, toccando talvolta anche argomenti impegnati come la violenza sulle donne (Fenice), l’inadeguatezza in questa società (Marta) e brani che parlano della voglia di esprimersi e di cantare a squarciagola la propria voglia di vivere (Thelma & Louise).
Fresche della loro prima conferenza stampa all’Archivio di Stato di Terni, Ilaria e Claudia si sono raccontate a VelvetMag durante un’emozionata intervista.
VELVET: Due parole su come nascono le Black Sheeps. Sappiamo che all’inizio non vi stavate simpatiche, è vero?
BLACK SHEEPS: È stato un incontro casuale. Stavamo facendo delle sostituzioni in una band e ci stavamo veramente antipatiche. Anzi, il nostro primo pensiero è stato: “Ma chi è ‘sta st*****?“. Ci è voluto un po’, ma poi è scoppiata la scintilla ed è stato amore, capendo che avevamo tante cose in comune.
VELVET: In un momento in cui si parla tanto di femminismo, pensate che l’essere donne sia uno svantaggio, nel mondo musicale, o un vantaggio?
BLACK SHEEPS: Noi siamo convinte che donna, uomo, quello che sia, l’importante è trovare un equilibrio. Noi l’abbiamo trovato nella nostra diversità, caratteriale e vocale; far vedere le nostre sfaccettature diverse è stato il punto di forza definitivo. Black Sheeps vuol dire proprio questo: la diversità, anche e soprattutto nel nostro territorio dove, quando abbiamo iniziato, non esistevano gruppi tutti al femminile. Terni è una realtà musicale molto particolare; spesso i musicisti non collaborano fra di loro. Noi abbiamo sempre cercato di stabilire connessioni, sia fra musicisti considerati amici, sia in generale. Black Sheeps è anche questo: ci volevamo distinguere dalla situazione generale della musica ternana, che non ci apparteneva a livello umano.
Raccontiamo donne forti e fragili allo stesso tempo
VELVET: Oggi avete presentato il vostro videoclip: ci parlate di come è nato e del vostro nuovo album?
BLACK SHEEPS: Sì, e il merito è del fortunato incontro con Sound Meeter, che ha curato la realizzazione del nostro video. I ragazzi di Sound Meeter hanno saputo trovare le giuste immagini per raccontare quello che noi avevamo nella testa quando abbiamo scritto “L’Ultimo Giro“. Il pezzo è nato dalla passione per Tarantino ed è ispirato al film “Dal tramonto all’alba”; infatti all’inizio si doveva chiamare Titty Twister (il bar del film). Ma la citazione di Charlie il barista è rimasta! Il disco, invece, Non aspettarmi sveglio, contiene dieci tracce, dieci spezzoni di vita vissuta o immaginata che raccontano donne forti e fragili, che hanno ancora la voglia di vivere e mettersi in gioco. La spinta è stata la voglia di scrivere e di raccontare dieci anni di gavetta insieme, anche se poi sono venti a testa!
VELVET: Una domanda che oggi alla presentazione avreste voluto che vi facessero e non vi hanno fatto?
Ilaria: È questa: come fate a scrivere musiche e testi se siete autodidatte? La risposta è: non lo sappiamo!
Claudia: Forse è meglio che non ce l’hanno fatta… Avremmo voluto che ci chiedessero dove andiamo a bere dopo!
Ilaria: Risposta seria: conosciamo quattro scale e dieci accordi in croce, ma i pezzi arrivano, non sappiamo come. Speriamo però che attraverso questo poche nozioni le nostre canzoni riescano a colpire comunque il pubblico.
VELVET: A questo punto ve lo chiediamo: dove andate a bere?
BLACK SHEEPS: Andiamo al Mishima! Dove, tra l’altro, faremo il nostro primo live con la band il 10 Ottobre a Terni. Ora però andiamo a berci una bottiglia di prosecco in solitaria e poi crolliamo, troppe emozioni!
(Photo credits Alessio Belli)