Vaticano, blitz e sequestri: cinque funzionari sospesi. I dettagli dello scandalo
Transazioni opache di enormi masse di denaro, mancanza di trasparenza, corruzione. Un nuovo grave scandalo fa tremare il Vaticano. A seguito di un’inchiesta interna su operazioni finanziarie illecite, cinque alti dirigenti sono stati sospesi dal servizio.
L’Espresso ha pubblicato i loro nomi. Contenuti in una una nota firmata dal comandante della Gendarmeria, Domenico Giani. Uno scritto affisso in diversi punti delle mura leonine e inviato a tutto il personale della Santa Sede.
Con il via libera di Papa Francesco un gruppo di gendarmi ha sequestrato computer, documenti e altri apparati elettronici. Il blitz è avvenuto nella prima sezione della Segreteria di Stato vaticana, una struttura che corrisponde al nostro ministero dell’Interno. Blitz e sequestri anche all’Aif, l’Autorità di Informazione Finanziaria, authority istituita nel 2010 da Benedetto XVI per la lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo.
Il Papa in persona ha autorizzato l’operazione in Segreteria di Stato. Quanto all’Aif si è proceduto alla sospensione del direttore, Tommaso Di Ruzza. Sospeso anche monsignor Mauro Carlino, per anni segretario personale del cardinale Angelo Becciu, attuale prefetto della Congregazione dei Santi. Becciu è tra i prelati più potenti e influenti della Curia romana.
I tre dipendenti sospesi sono invece: Vincenzo Mauriello, funzionario dell’ufficio del protocollo della Segreteria di Stato; Fabrizio Tirabassi, funzionario dell’ufficio amministrativo della Segreteria di Stato che si occupa dell’Obolo di San Pietro; Caterina Sansone, impiegata della Segreteria di Stato.
“I suddetti – si legge nel documento a firma del Capo della Gendarmeria – potranno accedere nello Stato esclusivamente per recarsi presso la Direzione Sanità ed Igiene per i servizi connessi, ovvero se autorizzati dalla magistratura vaticana. Monsignor Mauro Carlino continuerà a risiedere presso la Domus Sanctae Marthae”. Casa Santa Marta è, come noto, la struttura, finora utilizzata come un albergo interno al Vaticano, in cui alloggia Papa Francesco.
Al centro dell’indagine della procura vaticana ci sarebbero alcune compravendite immobiliari milionarie all’estero. In particolare immobili di pregio a Londra. Sarebbero coinvolte alcune società britanniche di dubbia origine. Il periodo di riferimento è il settennato 2011-2018, gli anni in cui rivestiva il ruolo di numero tre della Santa Sede monsignor Becciu. Il quale, riferiscono suoi stretti collaboratori, ha espresso tutto il suo sconcerto e la sua estraneità a questa vicenda della quale fa fatica a tracciare i contorni.
Gli investigatori starebbero inoltre analizzando proprio alcuni flussi finanziari nei conti correnti su cui transita l’Obolo di San Pietro. Ossia le offerte dei fedeli al Papa per essere redistribuite a sostegno della missione della Chiesa e delle opere di carità, ma anche e soprattutto per il sostentamento dell’apparato vaticano. Nel 2015 i conti e gli investimenti da fondi provenienti dall’Obolo avevano raggiunto la somma record di quasi 400 milioni di euro. Ogni spostamento di denaro adesso è sotto la lente dagli inquirenti.
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