Cinema

Martin Scorsese duro sui film Marvel: “Non li vedo, non sono cinema”

Martin Scorsese si scaglia contro l’universo cinematografico Marvel – e, più in generale, contro tutti quei film di grande tendenza in questi ultimi anni incentrati sulle vite e le battaglie dei supereroi. Le dure parole contro questo tipo di cinema sono arrivate durante un’intervista rilasciata negli ultimi giorni per la campagna promozionale di The Irishman. Un film attesissimo, con un cast stellare (Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci, giusto per citarne tre), e che, lo ricordiamo, verrà distribuito su Netflix a partire dal 27 novembre 2019.

Le parole di Martin Scorsese sull’universo Marvel

Durante l’intervista, i giornalisti hanno posto a Martin Scorsese le più disparate domande. Una di queste riguardava proprio il suo rapporto con i cinecomic e, in particolare, con quelli firmati Marvel Studios. Una tipologia di film che il celebre regista di Taxi Driver e The Departed – Il bene e il male ha ammesso di non apprezzare particolarmente. «Non li guardo. Ci ho provato – ha spiegato – ma non è cinema. Onestamente, la cosa più vicina a quei film, per quanto siano fatti bene e abbiano attori che fanno del loro meglio viste le circostanze, sono i parchi a tema. Non è un cinema di esseri umani che cercano di veicolare esperienze emotive e psicologiche ad altri esseri umani».

Una voce fuori dal coro

Parole dure, anzi durissime quelle pronunciate da Martin Scorsese nei confronti dei film legati all’universo Marvel e, più in generale, tratti dai fumetti dei supereroi. Dichiarazioni inaspettate, soprattutto in questi giorni di grande fermento relativo all’uscita nelle sale di Joker, lavoro cinematografico firmato Todd Phillips con Joaquin Phoenix protagonista che racconta la storia di uno dei più iconici villain del panorama DC. Una voce totalmente fuori dal coro, quella di Scorsese, eppure autorevole e capace sempre di far riflettere. Perché è vero che la spettacolarità dei cinecomic è innegabile, ma è altrettanto vero che questa tipologia di film è portatrice di un modello di vita, l’ennesimo, super, per l’appunto, irraggiungibile. Quanto bisogno ci sarebbe, invece, di veicolare valori reali, concreti, tangibili.

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