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Lampedusa, naufragio di migranti: molti morti. Bambini dispersi

Un naufragio è avvenuto nella notte fra ieri e oggi 7 ottobre a a poche miglia dalle coste di Lampedusa. Sono almeno 13, tutte donne alcune delle quali incinte, i migranti morti recuperati. Oltre ai due cadaveri trovati nell’immediatezza dei soccorsi, altri sette sono stati recuperati in mattinata da due motovedette della Guardia Costiera.

Tutto questo dopo essere stati avvistati da un elicottero della Guardia Costiera impegnato nell’attività di ricerca. L’attività di ricerca dei dispersi prosegue. Ventidue i superstiti, già trasferiti in porto.

C’erano una cinquantina di persone a bordo del barchino che è naufragato, in maggioranza tunisini e altri africani provenienti dai paesi. Secondo una prima ricostruzione, quando sono arrivate le motovedette per procedere al trasbordo i migranti si sono spostati tutti da un lato e, complice il mare mosso, hanno fatto ribaltare l’imbarcazione.

Ci sarebbero anche 8 bambini tra i dispersi. Lo hanno raccontato i sopravvissuti agli uomini della Guardia costiera e della Gdf che li hanno soccorsi. La Procura di Agrigento ha aperto una inchiesta per il naufragio. Il fascicolo è, al momento, contro ignoti. Il procuratore capo Luigi Patronaggio ha inviato Lampedusa un sostituto che seguirà da vicino l’evolversi della situazione.

Nella foto, tratta da Twitter, la strage di Guernica di Picasso, “adattata” ai naufragi nel Mediterraneo

Photo credits: Twitter

Migranti, strage al largo della Libia: decine di morti. Nuovi gommoni in alto mare

(articolo del 26 luglio 2019) Non si fermano i viaggi di uomini, donne e bambini provenienti dai paesi più poveri dell’Africa e del Medio Oriente verso le coste italiane in cerca di una vita migliore. Così come non si arrestano i naufragi e le morti nel Canale di Sicilia e al largo della Libia, dove infuria la guerra. Di giovedì 25 luglio è la notizia del naufragio di barconi con a bordo centinaia di persone (le foto che pubblichiamo sono di repertorio: non cambia però la sostanza della notizia).

Un pescatore ha avvistato i naufraghi al largo di Khoms, in Libia, un porto che si trova 100 chilometri a est di Tripoli. L’uomo ne ha soccorsi quanti poteva, poi ha avvisato la Guardia Costiera libica che ne ha tratti in salvo 137. Secondo i testimoni 70 corpi galleggiavano intorno al relitto. I sopravvissuti affermano che c’erano circa 300 persone in viaggio, anche se non è chiaro se su un solo barcone o in due che viaggiavano affiancati.

Intanto imbarcazioni cariche di persone povere che non hanno più nulla da perdere continuano a partire dalle coste libiche. “Trenta persone circa sono state soccorse ma riportate nell’inferno libico da cui stavano cercando di fuggire – denuncia su Twitter la Ong Sea Watch -. In queste ore sono almeno sette i gommoni, in alto mare, che stanno cercando di raggiungere le coste dell’Europa”.

L’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati e l’Organizzazione internazionale per le Migrazioni sottolineano come le morti in mare non si siano mai arrestate dall’inizio della buona stagione.

Settantadue i corpi recuperati, ma 82 i dispersi, il 12 luglio davanti alla Tunisia, 12 ripescati nell’Egeo e ancora davanti a Lesbo, al Marocco, alla Spagna, tanti davanti alle coste libiche, dove i sopravvissuti vengono riportati in centri di detenzione in cui il rispetto dei diritti umani è assente. Ma Unhcr (Alto commissariato per il rifugiati) e Onu concordano nel ritenere che molte stragi si consumino nel silenzio, e che le persone in fuga da guerre e miseria che concludono il viaggio in mare siano molte di più.

Il gruppo protagonista del naufragio del 25 luglio era partito da Khoms e il barcone si sarebbe rovesciato poco dopo. Medici senza Frontiere, che sta prestando soccorso ai sopravvissuti al porto di Khoms, riferisce testimonianze di 70 corpi contati in mare e di un altro centinaio di dispersi. Filippo Grandi, alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), si affretta a ribadire su Twitter che occorre “ripristinare il soccorso in mare, porre fine alle detenzioni di migranti e rifugiati in Libia, assicurare passaggi sicuri per uscire dal Paese”. E aggiunge «ORA, prima che sia troppo tardi per altri disperati».

La notizia del naufragio è giunta ieri mentre la Camera varava il decreto sicurezza bis, che inasprisce fra l’altro le sanzioni per le navi delle ong che operano salvataggi in mare. E mentre un motopeschereccio siciliano vaga da oltre 12 ore in mare aperto tra Lampedusa e Malta con una cinquantina di migranti soccorsi la notte scorsa da un gommone in acque di competenza maltese, a 50 miglia dalla costa, e che nessuno vuole.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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