Cinema

Torino Film Festival 2019: il Guest Director è Carlo Verdone

Carlo Verdone sarà il Guest Director del Torino Film Festival 2019, la kermesse cinematografica giunta alla sua trentasettesima edizione e che animerà il capoluogo piemontese dal 22 al 30 novembre. L’attore romano avrà il compito di presentare al pubblico la sezione “Cinque grandi emozioni”, da lui stesso curata e che comprenderà i cinque lavori cinematografici da lui scelti. Questi, più precisamente, i titoli: Ordet di Carl Theodor Dreyer, Buon compleanno Mr. Grape di Lasse Hallström, Divorzio all’italiana di Pietro Germi, Oltre il giardino di Hal Ashby, Viale del tramonto di Billy Wilder.

Le parole della direttrice del Torino Film Festival

Ad annunciare che Carlo Verdone sarà il Guest Director del Torino Film Festival 2019 è stata la direttrice della kermesse, Emanuela Martini. «Carlo Verdone è uno dei pochi autori italiani che hanno accompagnato il passar del tempo della mia generazione», ha spiegato la curatrice per motivare la propria scelta. «Con gran parte della mia generazione – ha aggiunto – condivide anche la passione cinefila onnivora, il piacere che davanti a un film nasce da stimoli diversi, visivi, sentimentali, razionali o istintivi. La sua selezione per il Torino Film Festival dimostra questa apertura a 360 gradi, questa disponibilità all’emozione che emana dallo schermo. Immagino che avrebbe potuto sceglierne altri cento diversi e che le rinunce siano state faticose; ma apprezzo molto le cinque ‘perle’ che ci propone».

Le scelte di Carlo Verdone

Un invito, quello a partecipare al Torino Film Festival 2019 come Guest Director, che Carlo Verdone ha accolto – testuali parole – «con vero piacere». L’attore e comico romano ha poi speso qualche parola anche per i cinque film da lui scelti che lo hanno «rapito ed emozionato non solo per le perfette regie, ma soprattutto per le notevoli interpretazioni dei loro protagonisti». Ciascuna delle opere è stata da lui visionata più di tre volte e vi ha trovato ciò che vi cercava: «un film – spiega – che mi lasci o una carezza o un pugno allo stomaco o una riflessione. In un film cerco insomma la poesia».

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