Jean Paul Troili: “Con me Tom Cruise ha vissuto il ciak più bello della sua vita” [ESCLUSIVA]
VelvetMag incontra Jean Paul Troili, tra i wedding planner più famosi del mondo. Pioniere della professione, inizia il suo percorso nel mondo degli eventi ben trentacinque anni fa, quando ancora la figura di organizzatore di matrimoni non esisteva. Jean Paul, in realtà, nasce come make up artist. La vita, il destino, gli incontri, ma soprattutto la creatività, la sensibilità, il gusto e la professionalità, fanno diventare in breve tempo lo scenografo il maestro di cerimonie conteso dal jet set, dal cinema e dalla nobiltà. Ci riceve nella sua abitazione, nello storico Palazzo Colonna, dove risiede da più di vent’anni.
Qui tutto ci parla di lui e del suo lavoro: le foto in salotto in cui è ritratto con i membri delle più importanti famiglie nobiliari italiane ed estere, la cara amica e musa Marta Marzotto, gli splendidi dipinti antichi che ama collezionare. Jean Paul nel corso della carriera vanta l’organizzazione di eventi memorabili: il matrimonio di Tom Cruise a Katie Holmes, quello di John Elkann e Lavinia Borromeo, di Emanuele Filiberto di Savoia e Clotilde Courau, i ricevimenti per Bulgari e le innumerevoli feste dell’aristocrazia. Esteta, amante del bello in tutte le sue forme, lo scenografo il prossimo 11 ottobre presenterà, proprio nella monumentale Galleria Colonna, il libro “Dimore Storiche nell’arte di Jean Paul Troili” edito da Rizzoli con testi di Andrea Criscenti e prefazione di Claudio Strinati.
Il libro di Jean Paul Troili
Come nasce l’idea di questo volume?
Da tempo avevo in mente di fare un libro sui miei lavori. Le feste, le serate hanno avuto un periodo molto felice ma non so se continuerà. Organizzai il primo evento ben 35 anni fa, insieme a Marta Marzotto. Mi occupai del ballo per i diciotto anni di sua figlia Diamante. Con me nacque l’immagine del wedding planner. Feci una festa fantastica, con tutta l’aristocrazia italiana. Ne parlarono tutti. In questo momento storico ci sono tanti eventi, tutti fanno la professione del wedding planner. Ho voluto documentare il mio percorso. In questo libro interpreto la dimora storica, la studio. Curo l’allestimento scenografico dell’evento seguendo l’epoca in cui la location è stata costruita. Nel volume mostro come, grazie all’evento che organizzo, si rivive la residenza per una serata così come era vissuta all’epoca.
Jean Paul Troili wedding planner
Lei nasce professionalmente come make up artist, pensava che avrebbe intrapreso la professione di organizzatore d’eventi?
Assolutamente no! Dalla famosa festa di Diamante nacque tutto. Il destino ha deciso per me. Certamente poi subentra la bravura, la cultura, l’avere un proprio gusto nell’organizzare le feste.
Il matrimonio di Tom Cruise
Ha organizzato tanti eventi, tra i più famosi il matrimonio di Tom Cruise e Kate Holmes. Che ricordo ha?
Splendido. Giorgio Armani mi chiamò e mi disse di organizzare un matrimonio fantastico. Avevo carta bianca su tutto ma, per motivi di privacy, solo una settimana prima dell’evento venni a conoscenza del nome del cliente finale e cioè Tom Cruise. Il teatro dell’evento fu il Castello di Bracciano e l’attore hollywodiano a fine serata mi disse: ” Ho vissuto il film più bello della mia vita con un solo ciak!”. Organizzai l’intero ricevimento all’interno per motivi di esclusive fotografiche, solo il taglio della torta venne fatto all’esterno, perché era buio e gli elicotteri che sorvolavano la dimora, con a bordo i paparazzi, non potevano riprendere.
L’evento per Jean Paul
C’è un evento a cui è più legato?
Tutti gli eventi che organizzo li considero in un certo senso come figli. Amo organizzare ogni festa al meglio. Non ho un sito internet, né canali social. Credo nelle nuove tecnologie ma non ho il tempo di gestirle. Chi mi chiama lo fa per conoscenza. Se un cliente non rientra nella tipologia di ciò che amo creare, nella mia visione estetica, preferisco rinunciare al lavoro. I mega matrimoni di stranieri che scelgono l’Italia per sposarsi non mi interessano.
Ci racconti una criticità che ha dovuto affrontare nel corso di un evento e come l’ha risolta.
Tutti gli eventi possono avere delle problematiche. Io non perdo mai la calma anche in situazioni difficili. Cerco di concentrarmi e di risolvere il problema. Faccio prima il piano B (quello con il maltempo) e poi quello A.
La professione di wedding planner
Oggi ci sono tantissimi corsi per diventare wedding planner. Cosa ne pensa?
A qualcosa servono ma non basta fare dei corsi. Bisogna avere una preparazione di base, un gusto personale, cultura, disponibilità. I matrimoni non seguono uno standard preciso, ognuno è diverso. Bisogna rispettare la personalità del committente. Se la sposa è stravagante anche il matrimonio lo sarà.
Che caratteristiche deve avere un bravo organizzatore d’eventi?
Ancora oggi non mi sento arrivato, guardo chi sa meno di me per vedere le differenze. Molto spesso anche gli organizzatori più bravi caricano l’evento di fiori senza curare i particolari artistici della location d’epoca o i dettagli logistici dell’evento (parcheggi, permessi, ecc.), ciò che rende agevole e piacevole una serata. L’ospite va coccolato e gratificato. Non ho un bel rapporto con i fiori, li utilizzo in maniera moderata. Il fiore non deve essere protagonista dell’evento, ma è l’evento che deve avere un’anima. Lavoro molto sulla tavola, sul tovagliato, sul servizio, sui camerieri. Bisogna avere cultura, sensibilità, creatività, modestia.
L’approccio verso il cliente
Come si pone verso il cliente?
Ascolto molto il committente, realizzo per lui un progetto che lo rispecchi. Creo subito un feeling, senza la fiducia non si va da nessuna parte. Alla fine dell’evento quasi con tutti si creano poi dei rapporti di amicizia. Disegno l’evento che andrò a creare sul bozzetto con l’acquerello e poi sottopongo il mio disegno al committente.
I matrimoni di oggi e quelli del passato
I matrimoni di oggi rispetto a quelli del passato. Cosa è cambiato?
Il matrimonio ora è diventato una festa, anche di più giorni. Ci si sposa la sera tardi perché poi si balla. Anni fa era impensabile una cosa del genere. Spesso si dimentica il valore religioso del rito. Ci deve essere sempre un filo conduttore dell’evento. Amo la sobrietà e l’eleganza. Oggi non ci sono più regole, impera il cattivo gusto. Se non hai un gusto personale non puoi realizzare cose belle. Tempo fa era impensabile festeggiare un ricevimento in un palazzo d’epoca. Convinsi la Principessa Aldobrandini ad aprire Palazzo Taverna al pubblico per gli eventi. All’epoca ciò era visto come uno scandalo: la nobiltà che faceva entrare degli estranei a casa propria. Da qui nacque un business anche per i proprietari delle dimore storiche. Oggi tutti i palazzi nobiliari sono aperti alle manifestazioni, persino i Musei Vaticani.
Una tavola elegante e ricercata
Ha dichiarato: “La tavola è un palcoscenico”. In un dinner placè cosa è importante valutare?
I momenti cruciali di un evento sono due. Il primo è dato dall’impatto iniziale della serata. L‘illuminazione è fondamentale perché la luce crea atmosfera e magia. Il secondo punto è la tavola, che è appunto un palcoscenico. Tutta la mise en place deve essere calibrata. Mai accostare l’argento con l’oro. Non posiziono composizioni floreali troppo alte che non facilitino il dialogo tra i commensali. La tavola deve essere composta da dieci ospiti massimo, distanti tra loro trenta centimetri, per permettere il dialogo e farli sentire bene. Meglio un cibo medio ma un ottimo vino, il servizio a tavola deve essere curato e veloce. Gli invitati vanno selezionati sulla base di gusti ed affinità in comune. L’ospite deve essere il vero protagonista della serata non lo spettatore.