Olafur Eliasson: In real life. Il grande artista danese torna alla Tate Modern
Dopo aver portato letteralmente il sole nel 2003 nella Turbine Hall con The Weather Project, Olafur Eliasson (Copenaghen, 1967) torna a stupirci alla Tate Modern di Londra con una retrospettiva davvero esilarante. A cura di Mark Godfrey e Emma Lewis, Olafur Eliasson: In real life ripercorre i trent’anni di carriera dell’artista danese per mezzo di quaranta opere che rappresentano il meglio del suo lavoro.
La mostra intende portare l’attenzione sui problemi più urgenti di oggi, primo tra tutti il cambiamento climatico; Eliasson trascorse molto tempo in Islanda da bambino, per questo motivo nelle sue opere è possibile ritrovare spesso fenomeni naturali quali l’acqua, la luce e la nebbia.
La personale si snoda in più punti del museo, compresa la Terrace Bar in cui Eliasson ripropone la mensa vegetariana del suo studio di Berlino. A saltare subito all’occhio è Waterfall, una monumentale cascata alta 11 metri di recente realizzazione (2019) collocata all’ingresso della nuova ala del museo. Varcando la soglia della Tate, è possibile ammirare opere storiche come Moss wall del 1994 – un muro di 20 metri interamente ricoperto di muschio scandinavo – o come Beauty del 1993 che ricrea l’effetto ottico dell’arcobaleno.
Da ricordare è senza dubbio anche Din blinde passager (Your blind passenger), un tunnel di nebbia fitta lungo 39 metri. Una serie parecchio conosciuta – e di cui vi è un esemplare in mostra – è quella delle fotografie dei ghiacciai islandesi scattate dall’artista nel ’99. A breve queste ultime saranno sostituite da altre che ritraggono gli stessi soggetti ma ai giorni nostri, al fine di illustrare il progressivo e drammatico impatto dell’uomo sull’ambiente.
Olafur Eliasson è famoso per la sua abilità di reinventare continuamente lo spazio, offrendo ai visitatori nuove prospettive dalle quali guardare al mondo. Molte sue installazioni giocano con i riflessi, con le inversioni e con la percezione, come nel caso di Your uncertain shadow (colour) del 2010 in cui ombre colorate vengono proiettate su un muro dando vita ad un effetto davvero scenografico.
Invece, le luci di Room for one color (1997) riducono la percezione degli spettatori alle tonalità del giallo e del nero. Anche Your spiral view (2002) gioca con le luci e con lo spazio creando illusioni ottiche mai viste prima. Oltre a queste opere più datate, se ne potranno ammirare altre sette realizzate appositamente per l’evento.
Fino al 5 gennaio – data di chiusura della mostra – come già accennato, si potrà assaporare anche un menù concepito da Eliasson in persona e servito sulla Terrace Bar della Tate Modern. I prodotti utilizzati sono perlopiù biologici, vegetariani e di provenienza locale, così come avviene normalmente nel suo studio berlinese. Per maggiori informazioni in proposito: https://www.tate.org.uk/visit/tate-modern/studio-olafur-eliasson-kitchen-terrace-bar
In conclusione, il catalogo edito dalla Tate Publishing che propone un interessante approfondimento riguardo al suo pensiero, sviluppato anche grazie ad una conversazione tra Eliasson e diversi suoi collaboratori (architetti, musicisti, neuroscienziati…). Dal 14 febbraio al 21 giugno 2020, la mostra verrà ospitata dal Guggenheim di Bilbao.
A causa dell’elevato flusso di visitatori, si consiglia di prenotare i biglietti cliccando alla pagina https://shop.tate.org.uk/ticket/date?cgid=7169
Olafur Eliasson: In real life
11 luglio 2019 – 5 gennaio 2020
Tate Modern
Bankside, Londra SE1 9TG
https://www.tate.org.uk/visit/tate-modern