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Spreco di cibo, ogni italiano butta via 36 chili di alimenti ogni anno

Frutta e verdura, innanzitutto. Ma anche il pane. E poi il latte, lo yogurt, i formaggi, le cipolle, l’aglio, i sughi e le salse di ogni genere. Sono questi gli alimenti quotidiani che gli italiani sprecano di più.

Significa che ne buttiamo una grande quantità, per una media pro capite che giunge fino a 36 chilogrammi nell’arco di un anno. I dati sono forniti dalla Coldiretti in base a numeri e analisi contenuti nel rapporto, reso noto nei giorni scorsi, dalla Fao (Food and agricolture organization), l’organismo dell’Onu per il cibo.

In Italia, il valore di alimenti e bevande buttati nel bidone negli ultimi 12 mesi, sottolinea Riccardo Liguori sul sito dell’Agi, ammonta a 16 miliardi di euro. A livello nazionale, dice Coldiretti, i peggiori sprechi sono quelli in casa: il 54% del totale. Seguono quelli nel campo della ristorazione (21%), distribuzione commerciale (15%), agricoltura (8%) e trasformazione (2%).

Tutto ciò ha un impatto molto negativo sullo spreco fonti di energia (per la produzione di cibo) e sullo smaltimento dei rifiuti. Il problema, a questo punto, non è soltanto qualcosa che riguarda la coscienza personale bensì una grossa questione economica e ambientale. Coldiretti ha rilevato anche, per fortuna, una crescente sensibilità dell’opinione pubblica su queste tematiche.

Un miglioramento che ha portato il 71% degli italiani a diminuire o annullare gli sprechi alimentari. Nell’ultimo anno sono tanti i cittadini che, ad esempio, recuperano gli avanzi del pranzo e fanno più attenzione alle date di scadenza dei prodotti. Oppure, quando vanno al ristorante o in un locale a mangiare, portano via gli avanzi nella cosiddetta “doggy bag”, la sporta per il cane che in realtà viene consumata tranquillamente a casa. Sempre più persone fanno la “spesa a chilometro zero”, prediligendo i prodotti del territorio a quello dei supermercati che provengono da mezzo mondo.

A livello mondiale, invece, ogni anno viene perso il 14% del cibo prodotto. Gli alimenti più sprecati sono tuberi, radici e colture oleaginose (25,3%), frutta e verdura (21,6%), carne e derivati animali (11,9%). Le regioni in cui questa perdita è più alta sono Asia centrale e meridionale (20,7%), Europa e Nord America (15,7%), Africa sub-sahariana (14%). Il dato totale mondiale (che si attesta al 13,8%) registra un miglioramento rispetto a quello del 2011, che ammontava al 30%. Nonostante questo, la Fao sottolinea che l’obiettivo entro il 2030 è quello di strappare risultati più incoraggianti in campo di sostenibilità alimentare, ostacolando ulteriormente lo spreco alimentare.

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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